È morto dopo due giorni di agonia il ragazzo di 23 anni aggredito a Milano in viale Gorizia, zona Darsena, alle 4 di mercoledì mattina. Il giovane, Yuri Urizio, era stato trovato a terra incosciente e trasportato in codice rosso al Policlinico. Dopo circa 48 ore in coma nel reparto di terapia intensiva e un “cauto miglioramento” riscontrato giovedì dai medici, le condizioni del giovane sono peggiorate nuovamente ed è deceduto venerdì pomeriggio. Per l’aggressione era stato arrestato dalla polizia un tunisino di 28 anni, Cubaa Bilel.

Con la morte del 23enne, originario del Comasco, l’accusa nei suoi confronti passa da tentato omicidio a omicidio. A scoprire il corpo del giovane erano stati i poliziotti di pattuglia che, in attesa dei soccorritori del 118, aveva anche praticato un primo massaggio cardiaco alla vittima. Le sue condizioni erano apparse subito gravi a causa dello stato di incoscienza. Stando a quanto ricostruito finora, sarebbe stato aggredito al collo dal 28enne con una ‘manovra a tenaglia’ con le braccia, che lo ha soffocato.

Quando il presunto aggressore è stato interrogato dagli investigatori avrebbe dato una versione – al momento non riscontrata – che chiamerebbe in causa una presunta donna importunata dalla vittima e da lui difesa. “Ho visto lui che cercava di strappare dei soldi di mano alla ragazza, una che fa sempre l’elemosina là in zona offrendo della cioccolata, e sono intervenuto per difendere lei”, ha raccontato, in sostanza, per difendersi. La giudice per le indagini preliminari di Milano Angela Minerva ha però convalidato l’arresto e ricostruito un’altra versione dell’accaduto.

Per oltre 7 minuti, “tra le 3.52 e le 3.59”, Bilel avrebbe soffocato con una “stretta a modo di tenaglia” al collo il 23enne, senza che lui in quei minuti potesse reagire, se non con un “movimento delle gambe” sempre “più debole”. È quanto risulta da una testimonianza e dalle immagini delle telecamere della zona, come riportato nell’ordinanza. Sempre stando alla ricostruzione della giudice, il giovane avrebbe liberato la “vittima dalla sua presa” solo quando è arrivata una volante.

Tra l’altro, nel provvedimento si legge ancora che “allo stato” la versione fornita dal 28enne nell’interrogatorio, ossia l’aver difeso una ragazza da una rapina, sembra smentita “dalle dichiarazioni del testimone e dalle riprese video”. Anche se sul punto andranno avanti le indagini.

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