Predicare bene e razzolare, soprattutto razzolare. Da un lato l’approvazione del decreto sicurezza per rispondere ai casi di violenza accaduti in alcune zone simbolo del degrado delle periferie italiane. Dall’altro la riduzione di 3 miliardi di euro dei fondi del Pnrr da destinare ai progetti per la riqualificazione delle stesse periferie. Lo segnala l’organizzazione The Good Lobby che lancia quindi una raccolta firme per denunciare questa grave contraddizione. L’associazione chiede anche l’approvazione immediata del DPCM che garantirebbe in maniera definitiva la partecipazione alla Cabina di regia del Recovery Plan dell’Osservatorio civico Pnrr, che raggruppa decine di realtà sociali che rappresentano molti interessi collettivi.

Solo poche settimane fa, infatti, l’Esecutivo ha comunicato la revisione degli investimenti e delle riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dove era inclusa una specifica misura da 3 miliardi per riqualificare le periferie nell’ottica di “ridurre il divario di cittadinanza”, e lo ha fatto senza consultare tante associazioni che in questi territori operano ogni giorno. Tra i tagli annunciati dal governo ci sono interventi di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale per 3,3 miliardi, servizi e infrastrutture sociali di comunità per 726 milioni circa e interventi per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie per 300 milioni. Tutti fondi che confluiranno nel RepowerEU per la diversificazione energetica, che assorbirà i 13 miliardi sottratti agli enti locali.

“È troppo: ascoltare il governo che fa proclami contro “le zone franche” e al contempo assistere al fallimento della più grande opportunità concreta di migliorare la vita di tutti, senza che i cittadini e le cittadine abbiano voce in capitolo è inaccettabile”, afferma Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby. “Nonostante l’Osservatorio sia l’unico soggetto non profit, insieme al Forum Terzo Settore, che risulta membro della Cabina di regia in quanto ex membro del Tavolo di Partenariato, viene costantemente ignorato poiché da un lato l’organo funziona “su chiamata” e non con convocazioni plenarie, e in più perché la mancata approvazione del DPCM a cui facciamo riferimento ci relega in una posizione ambigua, con un piede fuori e uno dentro.”

A dimostrazione che gli interessi privati sono stati ampiamente presi in considerazione, nel corso degli ultimi mesi la Cabina è stata convocata più volte invitando sindacati, associazioni di categoria, fino anche a Eni, Enel, coinvolte nella discussione del progetto Repower Eu, che assorbirà i 13 miliardi sottratti agli enti locali. Ma nessuna convocazione è stata fatta nei confronti di chi rappresenta gli interessi generali. “La consultazione della cittadinanza non può avvenire a discrezione di chi governa, soprattutto su temi che ci riguardano in prima persona e condizionano drammaticamente le nostre vite come quello della riqualificazione urbana, essenziale per restituire servizi e condizioni di vita dignitose per i cittadini e le cittadine – conclude Anghelé – Per questo chiediamo l’approvazione immediata del DPCM che garantirebbe in maniera definitiva la nostra partecipazione alla Cabina di regia, permettendoci di intercettare, denunciare, arginare per tempo manovre che vanno in direzione opposta ai bisogni degli italiani, specialmente dei più deboli ed emarginati.”

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