“Milano non è una città per biciclette“. Il conduttore radiofonico Linus, sportivo e appassionato ciclista, si sfoga dalle pagine de La Repubblica: “Sembra il Far West. Ci convivono biciclette, mezzi pesanti, automobili, monopattini. E se c’è un incidente la peggio tocca quasi sempre al più debole. Capisco che sia pieno di cantieri, ma bisognerebbe prendere provvedimenti, tipo fasce orarie di ingresso”. Qualche provvedimento, in realtà, è in arrivo da ottobre, come la delibera comunale che vieta l’ingresso in città ai mezzi pesanti sprovvisti di sensori per l’angolo cieco. Ma non è sufficiente, come sottolinea lo stesso Linus: “Il punto è che camion e bici non devono circolare insieme. Il problema è che mancano le condizioni, il Comune non aiuta i ciclisti a spostarsi. Le piste ciclabili spesso non hanno una effettiva separazione dalle automobili”. E ancora: “Gli automobilisti odiano i ciclisti, non li rispettano. La norma del codice della strada prevede una distanza di 1,5 metri, invece lo sport è sfiorarti con lo specchietto”. Pure la composizione delle strade milanesi fa la sua parte: “Milano è piena di insidie. Il pavé scombinato in centro, le rotaie del tram, le strade sconnesse. Penso sia inutile illuderci che i milanesi possano diventare come gli abitanti di Amsterdam o Copenaghen, mancano le condizioni ambientali”.
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