Diciotto migranti, di cui due bambini, sono stati ritrovati nella foresta di Dadia, nel nord-est della Grecia, nella regione della Tracia, completamente carbonizzati. Altri otto corpi sono stati rinvenuti bruciati in una zona vicino alla foresta di Evros. In tutto, sono almeno 26 i migranti rimasti vittima delle fiamme divampate vicino al confine con la Turchia. Secondo quanto riferito dal portavoce dei vigili del fuoco greci, Giannis Artopoios, “si sta indagando sulla possibilità che si tratti di persone entrate illegalmente nel Paese. Da ieri erano state inviate notifiche di evacuazione per tutta la zona: i messaggi vengono trasmessi anche ai telefoni cellulari delle reti straniere presenti nell’area”, ha chiarito il portavoce. Intanto, nella zona proseguono le ricerche.

È da giorni che i vigili del fuoco greci sono impegnati a lottare su numerosi fronti con le fiamme, alimentate dai forti venti e dalle elevate temperature che hanno toccato i 41º. Nei giorni scorsi un uomo è stato trovato morto nella zona di Lefkimmi, nel nord-est del Paese, nei pressi della città di Alexandroupolis; anche in questo caso si trattava probabilmente di un migrante. Il 21 agosto, invece, il corpo di un anziano pastore, probabilmente deceduto per avere inalato fumo, è stato rinvenuto dai vigili del fuoco in Beozia, dove le fiamme imperversano per il secondo giorno consecutivo.

Uno dei fronti più impegnativi è proprio quello nei pressi della città portuale di Alexandroupolis, in Tracia, dove ieri sera l’ospedale è stato evacuato, mentre gli abitanti di otto insediamenti a ovest della città, come Dikela, Makri, Elaionas, hanno ricevuto l’ordine di abbandonare la zona, mentre le fiamme sono arrivate anche nel parco nazionale della foresta di Dadia. Il comune di Alexandroupolis ha messo a disposizione degli sfollati il teatro comunale, le palestre, la sala partenze e il parcheggio dell’aeroporto, mentre anche alcune chiese sono state aperte per ospitare chi è fuggito dalle fiamme. I vigili del fuoco sono impegnati a contenere gli incendi anche nell’isola di Citno (Kythnos), nell’arcipelago delle Cicladi, e in quella di Evia, dove ieri sera è stata evacuata la città industriale di Nea Artaki.

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