Sindaci ancora sul piede di guerra per la decisione del governo di escludere dal Pnrr progetti e opere per 2,6 miliardi di euro che facevano capo ai Piani Urbani Integrati, interventi già aggiudicati per il 94,4%. Il presidente dell’Anci Antonio Decaro e i sindaci delle Città Metropolitane hanno incontrato lunedì il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ma sono usciti dall’incontro insoddisfatti: il governo ha confermato il generico impegno a rifinanziare i progetti con risorse sostitutive ma “della proposta di definanziamento non si capisce la ragione”, ha detto Decaro, “e anche oggi non c’è stata alcuna spiegazione da parte del ministro. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità”.

Decaro è irritato anche perché “non è stata accolta la nostra proposta di esaminare caso per caso quali opere siano eventualmente a rischio di bocciatura da parte della Commissione europea”. “Al di là dei toni rassicuranti resta un quadro del tutto incerto perché privo di dati chiari e formali sul futuro dei progetti del Pnrr delle nostre città”, ha commentato il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha partecipato in collegamento all’incontro,

In totale, le risorse previste per gli enti locali che saranno spostate sul capitolo RePower Eu ammontano a 13 miliardi che “verranno assegnati alle grandi aziende di Stato”, come ricordato da Decaro in un’intervista a Repubblica. Il risultato è che “gli uffici dei Comuni hanno paura di ritrovarsi con debiti fuori bilancio: se i fondi a settembre-ottobre, quando passerà il piano di revisione del Pnrr, non verranno sostituiti immediatamente con altre risorse, i progetti dovremo pagarli noi. In molti casi abbiamo già anticipato i pagamenti. E molte opere potrebbero bloccarsi, già adesso molte ditte si stanno tirando indietro, perché sono spaventate”.

Tra i 31 progetti di riqualificazione urbana che rischiano di non essere realizzati ci sono per esempio la riqualificazione delle Vele di Scampia e del quartiere romano del Corviale, la pista ciclabile da 750 km a Milano e hinterland, il museo dei Bambini e delle Bambine in zona Pilastro a Bologna, il Parco della Rinascita nell’area dell’ex fabbrica Fibronit e la nuova piazza d’Arti a Bari.

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