Il terminal principale dell’aeroporto di Catania, distrutto dalle fiamme, riapre dopo tre settimane. Ma nel frattempo, con centinaia di voli cancellati o riprogrammati, incendi in ogni angolo dell’isola, vie di comunicazione colabrodo e continui black-out elettrici, la Sicilia è finita in ginocchio. E a destare maggiori preoccupazioni sono le ripercussioni per il settore turistico, con conseguenze che potrebbero durare anche mesi. Albergatori, ristoratori e agenzie di viaggio da settimane lanciano l’allarme. Lo scalo catanese, semi-inattivo dal 16 luglio, è tornato alla piena operatività sabato 5 agosto, ma “chi pensa che con la riapertura si risolveranno i problemi sbaglia di grosso. Sta uscendo fuori un’immagine di incapacità generale nell’affrontare le emergenze. Se non si recupera in fretta, da qui a settembre si moltiplicheranno i danni”, denuncia al fattoquotidiano.it Angela Inferrera, componente del direttivo dell’Associazione regionale guide Sicilia.

Al momento non esistono numeri ufficiali, ma da Palermo a Catania, passando per Taormina e Agrigento, è un susseguirsi di prenotazioni cancellate. La zona più colpita resta quella etnea, ma le cose non vanno meglio a Siracusa, Ragusa e Noto. “Abbiamo salvato i gruppi di turisti che raggiungono l’isola in autobus, ossia quelli che usano i traghetti per arrivare a Catania e Palermo da Napoli o Salerno. Chi invece avrebbe dovuto atterrare a Catania, per visitare ad esempio le isole Eolie, si è trovato dirottato a Trapani e le agenzie sono state costrette a pagare somme esorbitanti: fino a seicento euro a cliente per garantire i trasferimenti”, spiega Giusy Belfiore, presidente dell’associazione Guide turistiche della provincia di Catania. E sul settore incidono anche gli incendi: “Io ho avuto una cancellazione da un gruppo di turisti spagnoli perché preoccupati dai roghi”, aggiunge Inferrera.

Per cercare di alleviare i disagi e intercettare i turisti la politica intende muoversi su due fronti. Da Roma, attraverso un video pubblicato su Facebook il 27 luglio, la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha annunciato un fondo aiuti da dieci milioni di euro da destinare al comparto per risarcire viaggiatori e operatori. L’altra ricetta, elaborata dall’Assessorato regionale al Turismo diretto da Elvira Amata di Fratelli d’Italia, passa per una serie di spot televisivi per rilanciare il “prodotto Sicilia”. “Il vero volto della nostra terra è quello delle spiagge bianche e delle acque cristalline”, ha detto nei giorni scorsi l’assessora della giunta guidata da Renato Schifani. Ma il rischio è che proprio quello la narrazione all’esterno dell’isola sarà sempre quella legata all’esaltazione di cibo, clima e mare. “Alle bellezze naturalistiche, che ci sono state regalate, bisognerebbe rispondere con servizi adeguati“, sottolinea Inferrera. “Dai trasporti all’accoglienza, bisognerebbe mettersi tutti in gioco. Anche il turismo di massa si aspetta standard di buon livello e non un aeroporto con le tende o degli hotel che rimangono improvvisamente senza luce, e quindi senza aria condizionata, mentre fuori ci sono quaranta gradi”.

Fino a ieri, infatti, all’aeroporto di Catania i viaggiatori si arrangiavano passando per il terminal temporaneo costruito con un tendone dell’Aeronautica militare, mentre Regione e Sac – la società di gestione dello scalo – scaricavano la patata bollente alle varie autorità che dovevano dare l’autorizzazione alla riapertura. In un quadro del genere, alla vigilia della settimana che porta a Ferragosto, per un turista il timore è che le vacanze in Sicilia si trasformino in un viaggio della speranza. “Ci sono persone che hanno impiegato, tra attese e spostamenti, fino a 15 ore per coprire la tratta Palermo-Ragusa”, conclude la presidente delle guide turistiche catanesi Belfiore. “La politica ci ignora a ogni livello e molto raramente veniamo presi in considerazione nonostante la nostra disponibilità. E in tutto questo bisogna ricordare che, nel pieno dell’emergenza, Taormina ha deciso di aumentare con effetto immediato i costi di bus e biglietti del 70%”, operazione voluta dal sindaco Cateno De Luca per salvare la città dal dissesto finanziario. Una raffica di aumenti che ha riguardato anche le celebrazioni dei matrimoni: per un rito civile di circa mezz’ora adesso servono 1.600 euro.

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