“La diga nel territorio di Orgosolo ha una storia travagliata e ora, dopo tanti anni, i lavori per il suo completamento potranno finalmente ripartire e sarà restituita ai cittadini un’opera di grande importanza per il territorio”. Le parole, alla fine di luglio, del presidente della Sardegna, Christian Solinas, suggellano il raggiungimento della piena copertura finanziaria per la realizzazione della diga di Cumbidanovu. La giunta, su proposta dell’assessore regionale dei Lavori Pubblici, Pierluigi Saiu, ha approvato lo stanziamento di altri 18,5 milioni di euro per finanziare il secondo e ultimo lotto che consentirà il completamento dell’opera, che si trova sul corso principale del fiume Cedrino, nel Comune di Orgosolo, in provincia di Nuoro. Avrà una capacità pari a 13,32 milioni di metri cubi e sarà destinata alla fornitura d’acqua per gli usi irrigui di circa 2.800 ettari di terreni agricoli e per gli usi industriali, con una portata continua di cinquanta litri al secondo nel territorio dei Comuni di Orgosolo, Oliena, Nuoro, Orune, Lula e Dorgali. Non è finita. La risorsa idrica accumulata sarà destinata alla produzione di energia idroelettrica attraverso la realizzazione di una centrale.

Insomma, un’opera di primaria importanza. Al punto da essere inserita nel Sistema idrico multisettoriale della Regione. Ma anche dalla realizzazione “travagliata”. È tra le “58 opere importanti per lo sviluppo del nostro Paese, attese da molto tempo da cittadini e imprese”, sostiene ad aprile 2021 il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini. Anche per questo motivo, per procedere al suo completamento, viene commissariata. Il costo previsto è di 114 milioni di euro, 20 dei quali dal Piano operativo infrastrutture del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, e 44 da fondi regionali.

La storia della diga è un rompicapo. Da perderci la testa. Un susseguirsi di stop, motivati dalle più disparate ragioni. Di progetti e appalti, cambi di impresa. Di operai assunti e poi licenziati. E di finanziamenti nazionali e regionali che crescono. Dopo il primo appalto del 1986, “le opere prendono avvio nel 1989 e vengono sospese nel 1992 a seguito di un contenzioso”, scrive il Commissario governativo per l’emergenza alluvione in Sardegna nell’ordinanza del 31 dicembre 2002. Quando per l’intervento, del quale si occupa il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale, ci sono 51.811.898,03 euro, dei quali 21.101.912,44 sui fondi Agensud, 12.859.776,79 su risorse regionali, oltre a 17,4 milioni di euro di risorse CIPE. Dopo la rescissione del contratto, ecco il secondo appalto, nel 2003, interrotto nuovamente per via del fallimento dell’impresa appaltatrice. A questo punto, a febbraio 2006, l’affidamento a Itinera spa dei lavori, interrotti a febbraio 2007.

“Oggi si dà il via a un’opera fondamentale dal punto di vista economico per tutto il territorio con ricadute decisive anche per altri settori del nostro sistema”, sostiene il 18 luglio 2011 il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, inaugurando le operazioni di costruzione della diga. Peccato che a novembre 2012 i lavori vengano interrotti. Ci sono delle crepe nelle strutture già realizzate. Così nasce un contenzioso tra Itinera spa, appaltatrice dei lavori, la Regione e il Consorzio di bonifica. A novembre 2013 il ciclone Cleopatra si abbatte anche sulla diga, provocando danni importanti al cantiere. A novembre 2015 il presidente del Consorzio, Ambrogio Guiso, promette che “in circa sei mesi gli operai ripuliranno il cantiere. Operazione che costerà 2 milioni di euro. Dopodiché, previa perizia per verificare eventuali lesioni alla struttura, ricomincerà la costruzione della diga che contiamo di inaugurare nel nostro mandato”.

Per l’ultimazione dei lavori di ripristino bisogna attendere settembre 2016. A novembre 2018, dopo la risoluzione bonaria del contenzioso, sembra tutto pronto per ripartire. Non è così. A gennaio 2019 Itinera spa comunica al Consorzio che dal 2014 non ha i requisiti per proseguire i lavori, non avendo più l’iscrizione per gli appalti sopra i 20 milioni di euro. “Dopo due anni e mezzo di arbitrati per recuperare i 5 milioni per i danni subiti con Cleopatra dall’impresa – afferma il presidente del Consorzio di bonifica, Ambrogio Guiso – ora l’Itinera Spa si tira indietro. Qui ci sono ancora 40 milioni a disposizione per finire l’opera, dopo i circa 20 milioni già spesi dal 1989 a oggi. È inaccettabile che ci siano voluti anni per questa comunicazione”.

La risoluzione del contratto con Itinera è immediato. Lavori fermi, ancora. Quando l’opera è stata realizzata circa per il 48%. Fino ad aprile 2021, quando viene indicata come Commissaria straordinaria, Angelica Catalano, già direttrice generale dighe e infrastrutture del Mit, e il Comitato Interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile approva la dotazione finanziaria necessaria, non accade nulla, concretamente. Il bando di gara del novembre 2022 per l’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di costruzione, per un importo di 63.154.589,52 euro, va deserto. A marzo 2023, un nuovo bando, con un importo aggiornato di 67.099.292,17, aggiudicato a giugno dello stesso anno all’impresa ICM Spa. “La Diga di Cumbidanovu potrebbe essere inaugurata nel 2026”, sostengono dal Consorzio di bonifica della Sardegna centrale che assicura tempi brevi per il termine della procedura e l’avvio dei lavori in cantiere. A questo punto l’opera secondo la stima del Consorzio di bonifica ad aprile avrebbe avuto un costo di 126,140 milioni di euro. Dopo il finanziamento della Regione, il costo è aumentato. Quasi fino a perdere il conto.

Immagine del cantiere dal sito Regione Autonoma della Sardegna

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