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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 9:04 del 6 Luglio 2023

Bambini durante la festa dell’oratorio cantano “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta”. Nessuno interviene, il parroco si dissocia

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Durante la festa di chiusura del centro estivo organizzato dalla parrocchia hanno intonato un inno razzista (tristemente noto), senza che nessuno tra gli adulti e gli educatori presenti intervenisse per fermarli: i protagonisti della vicenda – diventata virale – sono i ragazzini ospiti dell’oratorio San Giovanni Bosco di Ghedi, in provincia di Brescia.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, venerdì 30 giugno il gruppetto di ragazzi, tra cui anche qualche animatore del Ghest, il centro estivo dell’oratorio, si è divertito a cantare all’unisono il famoso pezzo “Feed from desire”, ormai diventato – nella nota versione dedicata all’allenatore Pioli – un vero tormentone dei tifosi milanisti di tutta Italia.

Della canzone esiste anche un altro rifacimento, che non ha esattamente le sembianze di un divertissement, e che molto spesso viene indirizzato alla squadra del Napoli dai tifosi avversari, che cantano “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta” (una versione che è stata anche cancellata da Spotify). I tifosi della squadra partenopea – con l’ironia che li caratterizza – hanno poi trasformato questo coro in una “hit” intonata allo Stadio San Paolo, per schernire gli stessi autori della discriminazione a loro rivolta.

Peccato però che fuori dallo stadio il “gioco” tra avversari calcistici perda di valore: un gruppo di bambini che in una parrocchia intona un ritornello di cui a malapena conosce il senso diventa un caso emblematico, che è diventato un video virale nelle chat di WhatsApp, destando indignazione e sconcerto soprattutto tra i genitori, che hanno sottolineato la mancanza di un intervento da parte degli adulti.

“Non ero a conoscenza dell’episodio né del video – ha raccontato il parroco don Alberto Boscaglia al quotidiano Il Giorno, dissociandosi dall’episodio -. Se è questo ciò che è accaduto, è un episodio da stigmatizzare. L’oratorio si dissocia e sentirà i ragazzi. Mi dispiace, perché non rispecchia la nostra realtà, dove c’è grande integrazione con i molti lavoratori che vengono dal Sud“, ha concluso amareggiato il parroco.

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