È Ryen Wasti, ventenne tunisino, l’uomo identificato da tutte e sette le ragazze vittime di abusi sessuali come il loro aggressore. Il raggio di azione dell’uomo era circoscritto alla zona della stazione di Padova, dove per mesi ha suscitato i timori delle donne costrette a passare di lì. È accusato di cinque violenze sessuali, di cui una compiuta insieme ad un altro uomo non ancora individuato. Le vittime, tra cui una minorenne, hanno raccontato alcuni dei dettagli degli abusi che hanno permesso, insieme alle immagini delle telecamere di sorveglianza, di ricostruire il modus operandi di Wasti: spesso si appostava in uno dei sottopassaggi della stazione ed attaccava bottone offrendo alle ragazze degli alcolici o dell’hashish da condividere – come nel caso della vittima 17enne, che si è risvegliata sola, con gli slip abbassati.

Un’altra delle ragazze è stata attirata verso un’area isolata mentre aspettava l’autobus ed è stata costretta a subire palpeggiamenti e altre molestie da parte del ventenne e del complice non ancora identificato. Già lo scorso maggio Ryen Wasti era stato arrestato insieme ad un connazionale per spaccio di sostanze stupefacenti, e, durante le identificazioni, agli agenti non è sfuggita la somiglianza con la descrizione fornita nelle denunce delle ragazze, che sono state quindi chiamate a riconoscerlo formalmente. Il pm Emma Ferrero ha quindi chiesto la custodia cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari Laura Alcaro. Ieri, 27 giugno, durante l’interrogatorio di garanzia davanti alla stessa giudice, l’indagato ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.

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