Il governo incassa la fiducia numero tredici alla Camera dei deputati. Questa volta sul decreto “Pubblica amministrazione”. Un provvedimento salito agli onori della cronaca e della polemica politica per le norme che eliminano il ‘controllo concomitante’ della Corte dei Conti sui progetti del Pnrr, ma che si prefigge l’obiettivo del potenziamento delle PA, proprio per la messa a terra dei cantieri finanziati dai fondi europei.
“Questo decreto non risolve i problemi dalla Pubblica Amministrazione”, afferma Chiara Appendino del M5S. “Stiamo parlando di un governo che ha impiegato 5 mesi per fare una convenzione per permettere ai comuni di far partire i lavori sugli asili nido. Questo governo percepisce il Pnrr come un fardello e non come un’opportunità per far ripartire l’Italia” aggiunge l’ex sindaca di Torino. Che polemizza “questo governo con fiducie su fiducie elimina il dibattito parlamentare”.
“È un decreto striminzito che serve a stabilizzare un po’ di staff ministeriali e cambiare qualche capo dipartimento, le assunzioni sono pochissime, prevalentemente nelle forze dell’ordine, dunque sarà un decreto che non farà correre la pubblica amministrazione sul Pnrr” afferma Arturo Scotto deputato Pd. “Se Pd e M5S hanno sbagliato a polemizzare solo sulle norme che riguardano la Corte dei Conti? No – dice ancora Scotto – quella è un’operazione grave che fa il paio con un’insofferenza pericolosissima di questo governo rispetto a tutti gli organismi terzi, persino nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, perché una premier che equipara il fisco al ‘pizzo di Stato’ è qualcosa di inedito, è un’istigazione a delinquere”.
Che questo decreto, su cui il governo ha posto la questione di fiducia a Montecitorio, non risolve i problemi delle pubbliche amministrazioni, in special modo di Comuni e Regioni ‘soggetti attuatori’ dei progetti Pnrr, i cui uffici tecnici vanno implementati di figure tecniche, lo ammette persino il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. “Il decreto non risolve i problemi di Comuni e Regioni”, dice, rifugiandosi poi nel classico “è dura sistemare le vergogne dei governi che per 20 e 30 anni non si sono mai occupati dei territori”.
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