Cosa significano 50 anni di presenza di Mercedes-Benz in Italia? Significano più di 2 milioni di veicoli venduti, tra auto e van, e significano la stessa evoluzione del marchio tedesco adattata all’evoluzione della società italiana, delle sue esigenze economiche e di mobilità, e del suo costume.

Era il 1973 quando a Roma, nel quartiere Lodovisi, nacque ufficialmente la filiale italiana del brand tedesco (in una sede che nel 1995 si sposterà definitivamente in via Giulio Vincenzo Bona) insieme ad Autostar, per vendere sul territorio, inizialmente, veicoli commerciali e industriali.

A dirigere per primo Mercedes-Benz Italia fu Hans Breithaupt: con lui, quello degli anni Ottanta è stato il decennio in cui Mercedes ha potuto triplicare i volumi rispetto ai dieci anni precedenti. È stato il periodo in cui sono arrivate sul mercato la classe S, il SEC e la classe G, ma in cui soprattutto è arrivato l’italiano Bruno Sacco che, con i suoi modelli disegnati per il centro stile di Stoccarda, suscitava ammirazioni e critiche da ogni dove, ma mai lasciando il marchio della Stella nell’indifferenza del pubblico.

È la matita del designer friulano, infatti, a disegnare la celebre Baby Benz, la 190 – una berlina più compatta delle sue rivali (da qui “baby”) e destinata a una clientela di fascia media –, l’intramontabile Classe A, prima vettura della Stella a trazione anteriore, la SL e la stessa Smart, solo per citarne alcune.

Si entra poi nei Novanta, e in dieci anni le vendite in Italia raddoppiano: da 40.000 vetture e van del 1989 si passa a oltre 80.000 del 1999. Arriva il motore Kompressor, che migliora la prestanza dei motori sotto i 2 litri, poi le roadster e coupé con i modelli SLK e CLK; sono gli anni della stessa Classe A, della ML che ha anticipato le sport utility, del Vito, della Classe V e dello Sprinter. Gli anni Novanta rappresentano anche la nascita del fenomeno Smart – pure questa realizzata sotto la supervisione di Sacco – con cui Mercedes-Benz, in Italia, ha saputo intercettare le esigenze degli automobilisti, giovani e non, delle grandi città (in particolar modo di Roma, divenuto negli anni primo mercato italiano).

Da qui il nuovo millennio: dagli 80.000 veicoli della fine degli anni Novanta agli oltre 120.000 del 2007. In Italia Mercedes-Benz si rende sempre più visibile organizzando e partecipando a numerosi eventi che garantiscono al marchio attenzione da parte di una clientela giovane: dall’enogastronomia, al mondo della moda e del fitness, passando per quello della pasticceria, gli intrecci tra la casa di Stoccarda il settore lifestyle si moltiplicano. Figlio degli anni Novanta, però, sarà soprattutto il claim “e dopo tre anni puoi restituirla”, che contribuirà a far conoscere agli italiani la modalità di acquisto in leasing, fino a quel momento prerogativa perlopiù di aziende e clienti professionali.

Seguendo la “luxury strategy”, il 2022, per Mercedes-Benz Italia, si è chiuso con un totale di 44 mila vetture della Stella vendute, più 4.800 smart, registrando una quota di mercato in crescita con le elettriche al 18,5%, dato che, nel segmento, la tiene in prima posizione nella classifica dei marchi tedeschi in Italia.

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