Sì unanime delle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera alla cancellazione della parola ‘razza’ nei documenti della pubblica amministrazione e alla sua sostituzione con il termine “nazionalità”. L’emendamento al decreto sulla Pubblica Amministrazione, approvato all’unanimità anche dal centrodestra, è stato proposto dal deputato dem Arturo Scotto, coordinatore di Articolo Uno eletto tra le fila del Pd.

Intervistato da Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale, Scotto rende un tributo al giornalista scientifico Pietro Greco, scomparso 3 anni fa e co-autore del testo dell’emendamento, sul quale il parlamentare ha iniziato a lavorare nella diciassettesima legislatura. Scotto sottolinea: “Tutti i gruppi parlamentari hanno votato questo emendamento: è un sigillo importante che ci dice che questo emendamento diventerà norma. In questo modo, si cambia il retaggio di un passato lontano senza alcun fondamento scientifico, come dimostrano gli studi degli antropologi. La Società Italiana di Antropologia da anni spiega che ‘razza’ è un termine che andrebbe cancellato – spiega – perché non corrisponde ai gruppi umani. Il 99,99% del nostro patrimonio genetico è uguale in tutto il mondo. Quello 0,01% nel corso degli ultimi secoli è stato in realtà la benzina per le guerre, le pulizie etniche, i campi di concentramento, la pianificazione dello sterminio degli ebrei, l’apartheid, cioè tutto quello che nella storia ha rappresentato il peggio”.

Resta aperta la questione dell’art.3 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”). Scotto cita la Francia: “Nel 2013 ha abolito il termine ‘razza’ dalla propria Costituzione, sostituendolo con la parola ‘origine’. Per il compromesso che abbiamo raggiunto oggi rappresenta in passo in avanti. Sulla presenza della parola ‘razza’ nella nostra Costituzione, sono per ragionarci laicamente, perché la Costituzione va protetta, soprattutto in tempi in cui qualcuno vuole bullizzarla. Ma va aperta una discussione laica”.

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