Interrotto l’intervento della ministra per la famiglia, Eugenia Roccella, nel padiglione della Regione Piemonte, al Salone del Libro di Torino, da parte di diversi movimenti, da Extinction Rebellion a Non Una di Meno. “Siamo di fronte alla cecità di un governo che continua a investire in combustibili fossili e in politiche volte a restringere il diritto all’aborto” dichiarano le persone presenti. Molte le attiviste pedinate e perquisite senza motivo. Striscioni e sit-in anche all’esterno del Salone.

Come si vede nel video, alcune persone legate a Extinction Rebellion e Non Una di Meno si sono sedute tra il pubblico del padiglione della Regione Piemonte, dove era attesa la ministra. Al suo arrivo una ragazza si è bendata gli occhi, mentre tutte si alzavano in piedi, intonando cori e reggendo dei fogli con scritto “Giù le mani dai corpi e dalla terra”, “Aprite gli occhi” e “Né le terre né i nostri corpi sono territori di conquista”. Nel frattempo, fuori dal Salone, Ecologia Politica e il Comitato EsseNon hanno aperto striscioni e volantinato per denunciare il rapporto con i principali partner di questa edizione del Salone del Libro, Intesa Sanpaolo e Esselunga.

Una protesta, quella contro Roccella, volta a denunciare le posizioni della ministra che ha più volte dichiarato che “purtroppo l’aborto è un diritto delle donne”. Sotto accusa anche il governo nazionale e regionale, che a fronte di una crisi climatica ormai conclamata, continua a osteggiare qualsiasi misura volta a ridurre le emissioni: dal bando dei motori a combustione interna, all’isolamento termico degli edifici al bando della plastica usa e getta. “Questo sistema politico è cieco di fronte alla gravità della crisi climatica e dei suoi effetti drammatici, che colpiranno soprattutto le donne, ma è ben attento invece a capire come disporre dei nostri corpi e dei nostri diritti riproduttivi”, dice Aurelia di Extinction Rebellion.

In un’Italia piegata da alluvioni e siccità, diversi movimenti di Torino scendono oggi in piazza per difendere il diritto ad un futuro vivibile e all’autodeterminazione dei propri corpi, di fronte ad un governo che sta facendo di tutto per calpestarli.

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