Torna Peter Gabriel in concerto. Il tour “i/o the tour”, organizzato da Live Nation Italia, parte il 18 maggio da Cracovia e farà tappa in Italia il 20 all’Arena di Verona e il 21 al Mediolanum Forum di Milano (biglietti disponibili sul circuito Ticket One per la sola data di Milano). Nel corso degli anni, su queste pagine, sono stati a lui dedicati almeno un paio di articoli (qui e qui), ma ora, il clamoroso ritorno offre l’opportunità di approfondire ulteriormente il percorso a lui collegato.

Nei consueti nove punti di questo blog – nato nel 2011 – proverò a tratteggiarne il profilo: aneddoti, curiosità, musica. Cominciamo!

1. Gli esordi
Affermare che Peter Gabriel sia un musicista visionario e poliedrico è certamente una delle tante verità a lui associabili. Questo perché è stato in grado di lasciare un’impronta indelebile nella storia del rock. Una carriera musicale cominciata insieme a Tony Banks, Mike Rutherford, Anthony Phillips e Steve Hackett, ovvero i Genesis; come molti di voi sapranno parliamo di una band inglese di rock progressivo attiva sul finire degli anni 60 e nei successivi 70.

2. La leadership
Ma quale è stato il suo ruolo all’interno del gruppo? Ne era ovviamente il frontman, cantava ma c’è molto di più; oltre a fornire la voce caratteristica, era coinvolto nel processo creativo, portando idee liriche e concettuali che hanno contribuito a plasmare l’identità della band. Gabriel era noto per le sue narrazioni poetiche e immaginifiche, che spesso affrontavano argomenti complessi e simbolici; liriche in grado di andare oltre il semplice racconto, volte all’esplorazione di temi ampi e universali. Nonostante abbia lasciato i Genesis nel 1975 per intraprendere una carriera solista, l’eredità elargita alla band è indiscutibile. Il suo contributo ha segnato profondamente il sound, lo stile e l’immagine dei Genesis, lasciando un’impronta indelebile nella storia della formazione.

3. La presenza scenica
Prima di inoltrarci all’interno della carriera solista, focus sulla sua presenza scenica. Peter è stato un pioniere nel portare elementi teatrali e concettuali all’interno della musica, trovando differenti suggestioni nell’arte del mimo. Una delle principali fonti di ispirazione è stata la compagnia di mimo francese Théâtre de l’Œil. Ha studiato attentamente i loro metodi, imparando a comunicare emozioni e storie attraverso la gestualità e l’espressione fisica, senza l’uso delle parole. Sulla questione, più volte si è sbilanciato: “Penso che l’arte del mimo sia una delle forme più potenti che ci siano; la comunicazione universale che ti permette, può superare le barriere culturali e linguistiche, connettendosi direttamente con le emozioni delle persone”.

4. L’Attitudine
Quando si evocano certe attitudini, diventa impossibile non richiamare un altro grande artista, parlo di David Bowie, il quale cominciò a utilizzare la mimica prima di Peter Gabriel. Galeotto fu il periodo di “Ziggy Stardust” nei primi anni 70 (e non solo). E quindi stiamo forse insinuando che Gabriel abbia copiato il Duca? Assolutamente no! Pur avendo entrambi esplorato elementi della pantomima e della performance teatrale, i due artisti hanno elaborato stili e approcci unici. Sia Gabriel che Bowie hanno contribuito in modo significativo alla loro arte, creando personaggi distinti e plasmando le loro performance in modi originali. Entrambi hanno avuto un impatto notevole sulla scena musicale, ma le loro espressioni artistiche e le influenze che hanno seguito sono state differenti.

5. L’Evoluzione artistica
la scelta di intraprendere la carriera solista ha rappresentato un passo significativo nella sua evoluzione; a conti fatti, “durante il viaggio”, ha continuato a sfidare i confini convenzionali della musica.
Vediamo quali:
a) sperimentazione sonora: ha abbracciato l’uso di strumenti e suoni non tradizionali, integrando influenze provenienti da diverse culture e tradizioni musicali.
b) si è avvalso della fusione di strumenti etnici con sintetizzatori e tecnologie avanzate per creare atmosfere sonore inusitate.
c) ha commistionato differenti generi musicali: rock, pop, world music, elettronica e altri generi, creando un sound distintivo e influente. Ha lavorato con musicisti di diverse tradizioni culturali, integrando elementi di world music nei suoi brani.
d) approccio concettuale: ha continuato a sviluppare un approccio concettuale alla musica, esplorando tematiche complesse e sociali attraverso la sua scrittura. Ha affrontato questioni come l’identità, la politica, l’ambiente e i diritti umani, spingendo i confini delle canzoni convenzionali e introducendo elementi più profondi e riflessivi.
e) performance teatrali e visuali: Gabriel ha sviluppato ulteriormente l’elemento teatrale nelle sue performance soliste; ha integrato l’uso di proiezioni, costumi, coreografie e altre forme di espressione visiva per arricchire l’esperienza dei suoi spettacoli dal vivo.

6. L’impegno sociale
Oltre alla sua carriera musicale, Peter si è distinto per l’impegno attivo in ambito sociale e ambientale. Ha dedicato tempo ed energia a cause come Amnesty International e la fondazione di WITNESS. Con Amnesty International, Gabriel ha sostenuto i diritti umani e ha contribuito a diffondere consapevolezza su questioni come la tortura, la libertà di espressione e l’ingiustizia sociale. Attraverso la fondazione di WITNESS, ha utilizzato la tecnologia per documentare e rendere pubbliche le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo. Il suo impegno per queste cause ha dimostrato il desiderio di utilizzare la propria influenza e la sua voce per promuovere il cambiamento positivo nella società e nell’ambiente.

7. Il concetto
Peter Gabriel ha dimostrato di essere un maestro nell’arte di creare album concettuali. Due gli esempi eclatanti, Security e Us, opere immersive, pubblicate a dieci anni di distanza i cui denominatori sono medesimi: identità, relazioni e ingiustizie sociali.
a) Security, conosciuto anche come Peter Gabriel 4, è il suo quarto album in studio, pubblicato nel settembre 1982 sotto l’etichetta discografica Charisma Records. Il denominatore dell’intera produzione è la questione dell’insicurezza personale e globale in un mondo sempre più complicato. Gabriel ci prende per mano trascinandoci all’interno di una spirale sonora di cui si comprende soltanto l’inizio, la fine non è ipotizzabile; i ritmi tribali, le percussioni uniti alle atmosfere cupe, ipnotizzano. Canzoni come “Shock the Monkey” e “San Jacinto” trattano temi come la paura, la violenza e la disconnessione tra gli esseri umani. Forse un disco che ci spinge a guardare dentro di noi e a interrogarci sulle nostre paure più profonde?
b) Us è invece la sesta fatica discografica, pubblicata il 28 settembre del 1992 per l’etichetta discografica Real World Records, da lui fondata. Un album che esplora il tema delle relazioni umane e delle dinamiche familiari complesse. Qui, il Nostro, ci guida attraverso un viaggio intimo e intenso, dove affronta il divorzio, la separazione e il desiderio di riconciliazione. La canzone “Digging in the Dirt” è un vero e proprio viaggio nell’anima; l’esplorazione dei conflitti interiori e i demoni personali, non sono un optional. “Blood of Eden”, invece, esplora l’amore e la ricerca di un legame profondo tra gli individui. Forse con Us, Gabriel ci invita a esplorare le nostre emozioni più oscure e complesse?

8. La Real World Records
Fondata, appunto, nel 1989 è stata creata con l’obiettivo di promuovere la diversità musicale e culturale. L’intento era quello di scoprire e sostenere artisti provenienti da diverse tradizioni musicali, abbracciando una vasta gamma di generi e stili. Real World Records si è impegnata a fornire una piattaforma per la diffusione di musica autentica e innovativa proveniente da tutto il mondo. Di fatto, contribuendo così a una maggiore comprensione e apprezzamento delle diverse culture attraverso la musica. Un artista che mi sento di segnalare è Nusrat Fateh Ali Khan, un leggendario cantante di qawwali pakistano, considerato uno dei più grandi interpreti di musica sufi di tutti i tempi.

9. Passato e presente
Peter a distanza di venti anni, torna, come anticipato, con una nuova fatica discografica. Non esiste ancora una data precisa di pubblicazione, tuttavia, le fasi lunari di questa prima parte del 2023 hanno dettato il tempo di alcune uscite; parliamo di singoli rilasciati in differenti versioni sulle varie piattaforme. Il sound è rassicurante e mostra il lato più accessibile del suo stile musicale, pur mantenendo una certa complessità e profondità.

Che altro? I concerti di Peter Gabriel sono un’esplosione di energia e coinvolgimento e creano un’esperienza indimenticabile. Dopo tanti anni, che cosa proporrà sul palco? Lo vidi l’ultima volta proprio all’Arena di Verona, era il 2010. Il New Blood Tour prevedeva una cinquantina di elementi d’orchestra, ed era suddiviso in due atti; il primo, appunto orchestrale, e il secondo più elettronico. Parlo di un live stampato nella mente e nel cuore, portato “addosso” con orgoglio, per sempre.

Vi lascio con una playlist a lui dedicata di nove brani e che potrete ascoltare gratuitamente sul mio canale Spotify. Buon ascolto!

9 canzoni 9 … di Peter Gabriel

Articolo Precedente

Bono al San Carlo di Napoli: evento storico. Ma l’icona rock in veste di predicatore non convince tutti

next
Articolo Successivo

Bruce Springsteen a Ferrara, ok al concerto dalla Commissione Vigilanza. È polemica: “Annullate per solidarietà”. L’organizzatore (Trotta): “Non è zona rossa”

next