Affluenza ancora in calo in questa tornata di elezioni amministrative in 595 comuni: anche la scelta del sindaco, un tempo molto sentita e partecipata, fa i conti con una forte disaffezione da parte dell’elettorato. Alle 19 ha votato il 37,22% degli aventi diritto, un dato in calo di oltre sei punti rispetto alle precedenti consultazioni negli stessi centri, in cui – alla stessa ora – aveva votato il 43,82% degli elettori. In particolare, ad Ancona (unico capoluogo di regione chiamato a rinnovare l’amministrazione) alle 19 ha votato il 33,81% mentre alle precedenti elezioni, nel 2018, era andato alle urne il 38,25 degli aventi diritto. Dati simili nei più importanti capoluoghi di provincia: a Brescia ha votato il 36,60% contro il 41,09% della scorsa tornata, a Pisa il 36,21% contro il 43,67%, a Massa il 36,90% contro il 43,73%. Calo di ben nove punti percentuali a Brindisi: alle urne solo il 34,67 (erano il 43,95%).

L’attenzione è soprattutto al risultato nei tredici capoluoghi: Ancona, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza. I seggi sono aperti domenica 14 maggio fino alle 23 e lunedì 15 dalle 7 alle 15. Nei 195 comuni delle regioni a statuto speciale si voterà più tardi: il 21 maggio in Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, il 28 e il 29 in Sicilia e Sardegna. Sono chiamati a votare in tutto 790 comuni e 6,3 milioni di elettori (4,5 il 14 e 15 maggio). Subito dopo la chiusura dei seggi, lunedì pomeriggio, inizierà lo spoglio delle schede.

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