I vertici del Teatro Lirico di Cagliari sono finiti sotto inchiesta per una serie di presunte assunzioni poco trasparenti e casi di assenteismo tra i dipendenti. La scorsa settimana la Guardia di Finanza si è presentata negli uffici del personale, amministrativi e dell’economato sequestrando computer e vari documenti. Nel fascicolo aperto dalla Procura di Cagliari (di cui è titolare il pm Andrea Vacca) sono tre le ipotesi di reato: abuso d’ufficio, truffa e falso. Al momento tra gli iscritti nel registro degli indagati risulterebbero l’attuale sovrintendente Nicola Colabianchi, il suo predecessore Claudio Orazi, la capoufficio del personale Donatella Manca e il direttore amministrativo Stefano Altea. L’inchiesta è stata aperta dopo un esposto presentato in Procura nel quale venivano evidenziate alcune anomalie nella gestione del personale e del teatro in generale. Vicende che ilfattoquotidiano.it aveva già raccontato ad agosto scorso, sottolineando i malumori che serpeggiavano tra i dipendenti e i sindacati per il crollo degli abbonamenti e una gestione giudicata poco trasparente, clientelare e inefficiente del sovrintendente.

Da tempo infatti i sindacati e alcuni lavoratori sottolineano mancata trasparenza e assenza di confronto nelle assunzioni dirette. I finanzieri durante la perquisizione si sono concentrati in particolare sui presunti casi di assenteismo. Stando a quanto è stato possibile ricostruire, le fiamme gialle hanno clonato il server che registra le entrate e le uscite dei dipendenti per poterlo esaminare attentamente anche in relazione ad eventuali straordinari pagati. L’esposto che ha dato origine all’inchiesta riguarderebbe numerosi aspetti della gestione dell’ente ma sarebbe focalizzato su alcune assunzioni sospette e sulla gestione del personale. Un esempio che era stato sollevato nei mesi scorsi – e di cui ilfatto.it aveva parlato l’estate scorsa – era quello della nipote della responsabile del personale, reclutata all’ufficio marketing per un po’ di tempo dopo uno stage di tecniche di mercato al negozio di ottica del nonno, con chiamata diretta e senza alcuna manifestazione pubblica d’interesse. Assunzione sospetta come quella dello stesso direttore amministrativo, ora indagato, “il cui incarico ha sollevato qualche malumore vista l’amicizia che lo lega al sindaco di Cagliari”. “Sono molto sereno – sottolinea da parte sua il sovrintendente Colabianchi – e assolutamente certo della corretta attività svolta dal capoufficio del personale e dal direttore amministrativo. Sono fiducioso nella magistratura e sono quasi contento che sia iniziata questa indagine così si vedrà il corretto operato da parte nostra che abbiamo sempre rispettato le norme”.