Tremano i contribuenti svizzeri che hanno concesso ad Ubs garanzie per 100 miliardi di franchi da attivare qualora l’operazione di salvataggio del Credit Suisse dovesse comportare perdite. Sono circa 13mila franchi per ogni abitante della confederazione. I dati sui deflussi di fondi del primo trimestre del 2023 sono preoccupanti, sebbene il salvataggio sia avvenuto il 19 marzo, escludendo quindi gran parte del periodo. Tra gennaio e marzo sono usciti dai forzieri di Credit Suisse 61 miliardi di franchi (62,3 miliardi di euro), vale dire il 5% di tutti gli asset in gestione. Ma, soprattutto, nella nota che accompagna i conti trimestrali, si spiega che ad oggi “questi deflussi si sono attenuati ma non hanno ancora subito un’inversione“.

Quanto ai risultati, sono sfalsati dalle operazioni che hanno accompagnato il salvataggio. Formalmente la banca ha chiuso il periodo con un utile balzato a 12,4 miliardi di franchi, a fronte di una perdita di 1,39 miliardi nello stesso periodo del 2022 ma il profitto è frutto della cancellazione di 15 miliardi di franchi di bond subordinati At1. Al netto delle poste straordinarie, che hanno incluso anche una plusvalenza di 0,7 miliardi per la cessione di Spg ad Apollo e 0,3 miliardi di costi di ristrutturazione, il Credit Suisse ha registrato una perdita prima delle tasse di 1,3 miliardi. “Credit Suisse lavorerà insieme a Ubs per assicurare che la transazione sia completata in modo tempestivo”, si legge nel comunicato.

Acquistato da Ubs per 3,2 miliardi di franchi, le sfide per risanare il gruppo Credit Suisse si annunciano molto impegnative. Anche in considerazione delle tante azioni legali avviate da obbligazionisti e risparmiatori. In particolare i possessori dei bond contestano la decisione di anteporre l’azzeramento delle obbligazioni a quella delle azioni. Il Parlamento svizzero si è espresso contro l’operazione. Soprattutto per il timore che ai contribuenti svizzeri siano stati addossati rischi eccessivi. Ma il voto dell’assemblea ha un valore solo simbolico perché la legge che attribuisce al governo poteri straordinari per il salvataggio di banche sistemiche gli consente anche di bypassare la contrarietà delle camere.

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