Quando hanno aperto i battenti, nel 2018, suscitarono molto clamore mediatico. Le Cuoche combattenti di Palermo, infatti, sono un’impresa nata da una storia di riscatto: una donna che era riuscita a ribellarsi dopo 18 anni di violenza psicologica subita dal marito. Grazie al centro antiviolenza e ad un tirocinio lavorativo, Nicoletta Cosentino era riuscita ad aprire una piccola azienda di conserve. E ad aiutare le altre donne che stavano subendo il suo stesso tipo di vicenda.

Peccato che poi, a poco a poco, l’attenzione mediatica è scemata e Cosentino è rimasta sola ad affrontare problemi nel suo laboratorio di piazza Cascino. E adesso rischia di chiudere. “Noi Cuoche Combattenti abbiamo superato momenti davvero difficili – racconta la donna – il lockdown che ci ha colto al principio del nostro cammino. Abbiamo affrontato vari momenti di difficoltà: il crollo improvviso del soffitto in cucina, gli aumenti del costo delle materie prime, la guerra e la crisi economica. Ma l’ultima bolletta, con conguaglio Enel di 2.179 euro, ci ha messo molto in difficoltà. Ecco perchP abbiamo bisogno di aiuto per rimanere sul mercato”.

A chiudere i battenti, infatti, non sarebbe solo la bottega di Nicoletta Cosentino, ma verrebbero sospesi anche i tirocini formativi intrapresi da varie altre donne vittime di abusi e violenze. “Io ho capito che potevo farcela da sola proprio durante il mio tirocinio ai Peccatucci di Mamma Andrea – racconta Nicoletta – voglio che dal mio laboratorio le donne rifioriscano e ritrovino loro stesse e la voglia di farcela. Per questo non posso mollare”. Purtroppo, prosegue la donna, “il Natale passato non ha garantito la copertura di tutti i costi sostenuti e siamo in difficoltà. Ma per garantire la continuità dei percorsi già in atto, per dare nuove opportunità ad altre donne, abbiamo bisogno di sostegno”. Per questo motivo le Cuoche combattenti di Palermo hanno lanciato un crowdfunding: per fare una donazione si può usare questo link.

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