“Ricordo bene quando il Viagra arrivò in Italia nel 1998, ero un giovane medico e l’impatto fu enorme. Fondamentalmente allora l’andrologia non esisteva ancora, quindi avere a disposizione una pillola è stata una rivoluzione per la specialità. Ma soprattutto ha allungato la vita sessuale di milioni di uomini. A fine anni ’90 accadeva di ascoltare molti 60enni che si arrendevano alla disfunzione erettile e diciamo che appendevano ‘le scarpe’ al chiodo, con l’arrivo del Viagra per loro è cambiata la vita. C’è stata una svolta importante anche sulle malattie legate alla disfunzione erettile”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Gabriele Antonini, chirurgo e urologo-andrologo dell’Asl Roma 2, intervenendo sui 25 anni dall’arrivo del Viagra.

Prima della ‘pillola blu’ “c’erano le punturine con fentolamina, ma erano scomode perché andavano praticate quasi al momento del rapporto – continua – Con la compressa è cambiato tutto e la qualità dei rapporti sessuali è tornata a essere centrale per l’uomo. Ma soprattutto l’andrologia ha iniziato a essere presa sul serio, la difficoltà nell’erezione è un campanello di allarme di altre malattie e la prevenzione è diventata centrale. Gli uomini hanno capito che dovevano avere un loro specialista di riferimento che li aiutasse nell’affrontare i problemi della sfera sessuale, oltre che la salute della prostata. Non va dimenticato – conclude il chirurgo – che dove non arriva la terapia farmacologica o dopo un intervento importante sulla prostata, ci sono le protesi al pene, che oggi sono sempre più ‘hi-tech’e con impianti meno invasivi che davvero risolvono il problema”.

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