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Stefano Tacconi ha lasciato l’ospedale dopo 8 mesi. Il figlio Andrea: “Strada ancora lunga, gli hanno salvato la vita”

L'ex portiere della Juve era stato ricoverato ad aprile a seguito di un'emorragia cerebrale da rottura di un aneurisma. Dopo l'operazione e un lungo ricovero, oggi è salvo e proseguirà il percorso di riabilitazione in una struttura vicino casa
Stefano Tacconi ha lasciato l’ospedale dopo 8 mesi. Il figlio Andrea: “Strada ancora lunga, gli hanno salvato la vita”
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Stefano Tacconi ha lasciato l’ospedale Borsalino di Alessandria, in cui era ricoverato da circa 8 mesi e da cui è uscito qualche giorno fa a seguito di un intenso lavoro riabilitativo. L’ex portiere della Juventus era stato ricoverato dopo un’emorragia cerebrale dovuta alla rottura di un aneurisma. Dopo l’operazione, ha trascorso un periodo di ricovero in rianimazione e, poi, nel reparto di degenza. A luglio era poi stato trasferito al Borsalino. Quasi un anno fa, l’ex portiere respirava tramite tracheostomia e con il supporto ventilatorio, oltre a essere nutrito e idratato in maniera enterale. Ad oggi, invece, riesce a respirare, nutrirsi e idratarsi in maniera autonoma.

Adesso, completerà la fase di riabilitazione in una struttura più vicina a casa. Ad annunciarlo è il figlio Andrea: “È stato un lungo percorso ad Alessandria, dove hanno salvato la vita a papà. Da oggi questo percorso continuerà in Lombardia, ma non dimenticheremo mai tutto quello che hanno fatto per mio padre e il supporto che hanno dato anche a noi. La strada è ancora lunga ma come ho sempre fatto vi terrò informati”.

Un recupero raggiunto anche grazie alla costante presenza e alla collaborazione attiva dei parenti di Tacconi. Come ricorda il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione, i familiari “ci hanno aiutati a capire chi era Stefano e come andava preso in carico per un corretto trattamento personalizzato”. In particolare la moglie Laura e il figlio Andrea sono entrati indirettamente a far parte del team, ma tutta la sua famiglia ha fatto sempre sentire il suo supporto nonostante la lontananza da casa.

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