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Ultimo aggiornamento: 19:51 del 20 Marzo 2023

Ucraina, Gomez a La7: “Usa oggi ha detto no al cessate il fuoco perché non sopporta che la Cina sia un player internazionale”

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I soldati ucraini addestrati in Italia per sparare missili franco-italiani? Abbiamo sempre meno possibilità di presentarci come mediatori sulla scena del conflitto. Siamo cioè una parte del conflitto, seppure minore: stiamo tentando di difendere gli ucraini, e facciamo bene, ma stiamo anche tentando anche di vincere il conflitto. Ma siamo sicuri che Putin si lascerà davvero sconfiggere senza usare le armi nuclerari tattiche? La Cia a riguardo non è affatto sicura. Non sappiamo che accadrà, viaggiamo nell’ignoto”. Così, a Tagadà (La7), Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e Fq Millennium, commenta la presenza di soldati ucraini nella caserma Santa Barbara di Sabaudia (Latina) per l’addestramento all’uso del sistema missilistico terra-aria Samp-T.

Gomez aggiunge: “La domanda è sempre la stessa che si fa anche il capo della Cia: se Putin perderà la guerra e quindi il potere, correndo anche il rischio di perdere la vita perché è un autocrate, siamo sicuri che non utilizzerà o non tenterà di utilizzare armi nucleari tattiche? Nessuno può darci la risposta e allora probabilmente dovremmo tenerne conto. Mi pare che questo non stia succedendo”.

E spiega: “Quando oggi gli Usa dicono no al cessate il fuoco, non lo fanno perché hanno paura che Putin si riarmi. In realtà, gli Usa non possono sopportare che la Cina ripeta in Ucraina quello che ha fatto tra l’Arabia Saudita e l’Iran, il loro grande nemico. Gli Usa cioè non possono tollerare che la Cina si dimostri un player internazionale che si muova sullo scenario mondiale come una potenza di pace e di guerra paragonabile alla loro. Lì – conclude Gomez – stanno lottando per dei pezzetti di terra, ma il combattimento non è per l’Ucraina. È per un mondo che, secondo i cinesi e i russi, deve diventare multipolare. Cosa giusta o sbagliata, ma per me pericolosa perché più potenze ci sono in giro per il mondo, più il rischio di conflitto aumenta. La partita, insomma è questa”.

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