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Un altro naufragio evitabile nel Mediterraneo: è necessaria una missione di soccorso europea

Un altro naufragio evitabile nel Mediterraneo: è necessaria una missione di soccorso europea
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Nel Mediterraneo centrale si continua a morire. Ancora un naufragio. Davanti all’ultimo, in cui sono morte 30 persone, la ricostruzione su quanto accaduto prova ancora una volta che queste vite umane potevano essere salvate. Una serie di domande dovrebbero trovare risposta. Dove si trovavano in quel momento gli assetti navali dell’operazione navale Irini? Perché i mercantili che monitoravano la scena non sono intervenuti prima? Perché la guardia costiera libica non è stata capace di intervenire? E perché sapendo che le forze libiche non sono intervenute le autorità italiane hanno continuato a riferirsi a loro come autorità responsabile del soccorso sebbene l’Italia avesse preso il coordinamento Sar? Perché le navi delle Ong sono bloccate nei porti italiani?

Domande che evidenziano quanto avvenuto nei più recenti naufragi, con le navi del soccorso civile a cui viene quasi impedito di operare, il ruolo dei mercantili e di una guardia costiera libica a cui viene affidato solo il compito di riportare le persone migranti nei centri di detenzione.

Come Comitato 3 ottobre chiediamo che si faccia ogni sforzo per il recupero dei dispersi. Siamo di fronte a un nuovo drammatico caso di non assistenza e ritardo nei soccorsi a parsone in pericolo in mare. Riteniamo inaccettabile che si continui a morire nel Mediterraneo nell’indifferenza delle Istituzioni. Per questo riteniamo indispensabile e non più prorogabile la necessità di una missione di ricerca e soccorso in mare a livello europeo. L’assenza di missione di ricerca e soccorso europea è un crimine che si ripete ogni giorno.

A pochi giorni dall’evento che ha portato al Parlamento europeo a Bruxelles oltre 300 studentesse e studenti italiani ed europei e nell’anno in cui cade il decennale del tragico naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa, abbiamo deciso di lanciare una campagna per chiedere che il 3 ottobre diventi “Giornata Europea della Memoria e dell’Accoglienza” e non più e non solo una “giornata italiana”, in ricordo di tutte le vittime delle migrazioni. L’obiettivo principale è di diffondere una migliore conoscenza del fenomeno migratorio a livello delle giovani generazioni europee. Il tema dell’immigrazione è troppo spesso schiacciato e semplificato dalla cronaca e dal racconto giornalistico con una narrazione che riduce tutto al “numero degli sbarchi”. Ma “gli sbarchi”, o gli arrivi ad una frontiera, rappresentano solo una tappa di un lungo percorso. Le migrazioni sono complesse, vanno conosciute per poter essere prima governate dalle Istituzioni, e poi anche accettate dall’opinione pubblica.

Come Comitato 3 ottobre vorremmo che questo tema venisse sottratto alla speculazione politica, che non venisse trasformato in un cavallo di battaglia ad uso e consumo di alcune forze politiche che agiscono dentro e fuori le istituzioni. Noi vogliamo reagire a tutto questo, iniziando finalmente a parlare del tema delle migrazioni in modo costruttivo e soprattutto slegato dalla finalità di inseguire il consenso, in una logica di accoglienza, inclusione e di conoscenza.

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