Per il Partito democratico comincia ufficialmente l’era di Elly Schlein. L’Assemblea nazionale dem battezza formalmente la leadership della nuova segretaria. A fare da scenografia è la Nuvola di Fuksas, al quartiere Eur di Roma. In Assemblea sono attesi 705 delegati in presenza, 221 quelli che seguiranno in collegamento, 417 invitati e 150 giornalisti accreditati.

Il programma prevede dalle 10,30 un intervento della presidente della commissione Congresso Silvia Roggiani, per fare il punto sulle primarie e anche sul boom del tesseramento: oltre 7mila i nuovi iscritti nei primi tre giorni. Poi tocca alla segretaria e quindi all’elezione degli organismi interni a partire dal presidente, dalla Direzione e dal Comitato di garanzia. Il parlamentino dem, circa mille componenti eletti più quelli di diritto, muove il suo primo passo nel segno dell’armonia interna dopo il faccia a faccia di venerdì “positivo e in un clima di piena collaborazione” tra Schlein e Stefano Bonaccini.

La segretaria proporrà il suo ex sfidante alle primarie come presidente del partito e l’Assemblea lo voterà per acclamazione, come segno palese di armonia interna. Stesso voto unitario si prevede per il listone unico della direzione: questo almeno il senso di quanto detto da Bonaccini ai suoi delegati. “Ci prepariamo a una giornata in cui voteremo insieme il presidente e la direzione. Un primo passo importante e significativo -ha spiegato il presidente dell’Emilia Romagna – E’ importante fare questo passo insieme quale segnale di unità del partito e di rafforzamento del posizionamento del Pd”.

A livello di nomi, invece, quelli dei due (o delle due) vice presidenti dell’Assemblea dovrebbero essere indicati dalla maggioranza. E domani potrebbe essere anche il turno del tesoriere del partito, una figura chiave anche in termini legali interni che necessariamente deve essere legato alla segretaria. Da giorni è in corso uno ‘scouting‘ tra deputati e senatori, visto che anche per ragioni di tutele il tesoriere è di solito un parlamentare, e circola l’ipotesi di riaffidare l’incarico a Antonio Misiani (già tesoriere dal 2009 al 2013), in pregiudicato però di entrare in segreteria con un ruolo economico.

Per il resto, a partire dai capigruppi parlamentari e dalla segreteria, bisognerà aspettare ancora qualche giorno. Anche qui le ipotesi in campo restano tutte. Il punto è politico, è vede interpretazioni diverse e trasversali non solo tra, ma anche dentro i due schieramenti interni al partito. Se la presidenza a Bonaccini verrà interpretata come un ruolo di garanzia i due capigruppo andrebbero alla maggioranza interna (si è parlato di Francesco Boccia al Senato e Peppe Provenzano alla Camera). L’altro schema prevede una condivisione dei ruoli, con i nomi di Andrea De Maria o Simona Bonafè alla Camera.

Altra questione è il ruolo di capo delegazione all’Europarlamento: la conferma di Brando Benifei era ritenuta possibile, anche in virtù del fatto che tra un anno si vota. Ma con la presidenza a Bonaccini alcuni nella maggioranza avrebbero segnalato la necessità di un turn over. Da definire anche la segreteria, dove tra i tanti circolano i nomi di Marco Furfaro (vice), Marco Sarracino (organizzazione), Chiara Gribaudo (vice o Lavoro), Stefania Bonaldi (Enti locali) e poi Michela De Biase, Chiara Braga. Spazio anche ad Articolo 1 (Nico Stumpo o Alfredo D’Attorre) che ieri (venerdì) nella Direzione ha segnato una nuova tappa di avvicinamento politico ai dem.

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