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L’Athletic Brighela dopo la multa e la squalifica per lo striscione su Cutro: “Non siamo noi le vittime, ma i 26.000 in fondo al mare”

La risposta del squadra lombarda di Terza categoria su Facebook, dopo essere stata punita dal giudice sportivo per aver esposto uno striscione contro i morti sul Mediterraneo: "Non ci sentiamo affatto in colpa. La multa ci è arrivata e le squalifiche sono arrivate? Pagheremo". Interrogazione dell'Alleanza Verdi Sinistra ai ministri Abodi e Piantedosi
L’Athletic Brighela dopo la multa e la squalifica per lo striscione su Cutro: “Non siamo noi le vittime, ma i 26.000 in fondo al mare”
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” Dobbiamo alzare la testa e renderci conto delle responsabilità politiche che stanno dietro alle tragedie. Poco importa se a pagare le conseguenze siamo noi. Noi stiamo bene”. L’Athletic Brighela risponde con un lungo post sulla sua pagina Facebook alla sentenza del Giudice sportivo della delegazione di Bergamo, che ha punito la società con una multa da 550 euro e una squalifica per il capitano e i dirigenti, che hanno esposto uno striscione di protesta contro le morti nel Mediterraneo nonostante l’arbitro fosse contrario. “Oggi ci troviamo a commentare un provvedimento ai limiti. Ma nessuno e nessuna di noi si considera vittima di questo. Le vittime sono in fondo al mare: sono oltre 26.000 in questi ultimi 10 anni”, è il commento del club.
La squadra bergamasca di Terza Categoria ricorda di aver protestato in tanti altri casi, ben prima della tragedia di Cutro, senza ricevere nessuna punizione: “Quanto è successo ci ha sorpreso, inevitabilmente – si legge nel post – Ma non era la prima volta che condividevamo messaggi umanitari fuori e dentro il campo. La nostra realtà è condivisa, un tutt’uno tra spogliatoio, spalti e amministrazione. Uno vale davvero uno. Ci era già capitato di scendere in campo esattamente un anno fa contro la guerra in Ucraina e contro tutte le guerre in atto nel Mondo. Nessuna multa. Nessun deferimento. Nessuna squalifica. Un genocidio sommerso dall’ipocrisia di un mondo che, al di là della linea abissale, finge che non esistano corpi deumanizzati. Corpi violabili. Corpi inutili e inesistenti. Non riconoscere che questo solco tracciato lungo i confini delle acque internazionali esista, equivale a non comprendere la drammaticità di un sistema politico, economico, sociale e culturale che strutturalmente separa soggetti abilitati alla dignità e soggetti sacrificabili. Ecco, noi volevamo porre l’accento su questo e lo rivendichiamo. Non ci sentiamo affatto in colpa. La multa ci è arrivata e le squalifiche sono arrivate? Pagheremo.”
Sul caso il capogruppo in commissione Giustizia della Camera dell’Alleanza Verdi Sinisitra, Devis Mori, ha annunciato un’interrogazione al ministro dello Sport Andrea Abodi e a quello dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Vogliamo sapere dal governo quali iniziative, anche di natura normativa, intendano promuovere in modo che le forme di manifestazione di solidarietà e di pietà umana, quali la vicinanza alle vittime di un’immane tragedia in mare, non possano essere sanzionate dalla giustizia sportiva”.

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