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Cambiamenti climatici, la siccità fa crollare la produzione di olio d’oliva: -37% rispetto all’anno precedente

Complessivamente sono stati 208 i milioni di chili di olio d’oliva prodotti contro i 329 milioni di chili dell’annata precedente e alle difficoltà dell’Uliveto Italia si sono aggiunte anche quelle degli altri Paesi produttori: dalla Spagna con un calo dal 30% al 50%, alla Tunisia (-25%)
Cambiamenti climatici, la siccità fa crollare la produzione di olio d’oliva: -37% rispetto all’anno precedente
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La produzione dell’olio d’oliva crolla. Mentre negli ultimi 30 anni le esportazioni nel resto del Mondo sono quasi triplicate, nell’ultima campagna olearia le quantità sono diminuite di più di un terzo. Colpa dei cambiamenti climatici e della siccità. A lanciare l’allarme sul calo della produzione è la Coldiretti, segnalando che nella campagna 2022-2023, si è prodotto il 37% in meno di olio, una riduzione che ha provocato un “impatto pesante” sulle quantità disponibili del prodotto e sui bilanci delle aziende, “colpite dagli aumenti record dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina”.

L’analisi basata su dati Ismea, è stata diffusa al Villaggio contadino di Cosenza in occasione del rientro sulla terra dopo mesi in orbita dei campioni di olio extravergine di oliva italiano. Complessivamente sono stati 208 i milioni di chili di olio d’oliva prodotti contro i 329 milioni di chili dell’annata precedente e alle difficoltà dell’Uliveto Italia si sono aggiunte anche quelle degli altri Paesi produttori: dalla Spagna con un calo dal 30% al 50%, alla Tunisia (-25%). Lo scorso anno è poi cresciuta del 7,5% rispetto al 2021 la spesa degli italiani per l’extravergine d’oliva e il nostro Paese è fra i primi tre maggiori consumatori al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti.

In media se ne utilizzano 8 chili a testa e ogni famiglia spende circa 117 euro all’anno. Un’indagine condotta dalla Camera di commercio dell’Umbria rileva un aumento netto dei prezzi (+16% quelli al consumo, +47% quelli all’origine), mentre il consumo ha reagito con una contrazione dei volumi di circa il 10% all’incremento dei listini. Il calo produttivo è concentrato nel Mezzogiorno, mentre l’annata è stata complessivamente positiva nel Centro Italia ed è andata bene per le regioni del Nord, dopo le drammatiche riduzioni dello scorso anno. E volano i consumi all’estero: le esportazioni in 30 anni segnano un +170%, raggiungendo nel 2022 la quantità di quasi 360 milioni di chili.

Secondo la Coldiretti sono gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione. Il primo mercato sono gli Stati Uniti con 110 milioni di chili di prodotto venduto nel 2022; seguono la Germania per 45 milioni di chili e la Francia con 34 milioni di chili.

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