Le bollette di luce e gas sono in netta diminuzione rispetto ai picchi dello scorso anno ma restano assai più alte di prima della guerra in Ucraina. E il 31 marzo gli sconti introdotti da Draghi e prorogati dal governo Meloni – dal taglio degli oneri generali di sistema per la luce alla riduzione dell’Iva sul gas – andranno in scadenza. Già lo scorso dicembre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva anticipato che l’intenzione è quella di sostituirli con un meccanismo diverso: il 70-80% dei consumi totalizzati negli anni precedenti resterebbe scontato, il resto si pagherebbe di più. In modo da incentivare il risparmio. L’idea è mutuata dalla Germania, che proprio a inizio marzo ha iniziato ad applicare questa sorta di “tetto. Secondo fonti del Mef la novità potrebbe scattare però solo a metà anno, dopo le proiezioni di fattibilità dell’authority Arera. Non è chiaro cosa accadrà nel frattempo.

Probabile invece l’immediata proroga del bonus sociale per le famiglie a basso reddito con l’attuale soglia Isee di 15mila euro che in teoria copre 8 milioni di utenti (5 milioni per la luce e 3,5 per il gas). Le imprese potrebbero godere ancora del credito di imposta ma modulato sul prezzo del gas: oltre una certa soglia lo ‘sconto’ aumenta, mentre al di sotto non è previsto. Il massimo resterebbe quello fissato nell’ultima legge di Bilancio, che ha rafforzato i crediti di imposta, portandoli al 45% per le imprese energivore e gasivore e al 35% per gli esercizi commerciali.

Giovedì il presidente di Arera, Stefano Besseghini, ha preannunciato che per il periodo aprile-giugno prevede una riduzione del costo dell’elettricità superiore al 20% per i clienti ancora sul mercato tutelato e che anche il gas sarà in discesa a marzo. E ha aggiunto che alla luce della diminuzione dei prezzi energetici “è giusto modulare” gli aiuti: “Credo che si stiano facendo delle valutazioni di trade off tra le varie opzioni possibili”.

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto ha confermato che si sta “facendo una valutazione in questi giorni in raccordo con il ministero dell’Economia che tiene i cordoni della borsa e questo influirà nell’inserire tutto, in parte o nulla dei cosiddetti oneri di sistema nella bolletta”. Per l’Unione nazionale consumatori “è incredibile che il Governo a 20 giorni dalla scadenza non sappia ancora che pesci pigliare” e che “il ministro competente, lasci tutto nelle mani del Mef, come se non avesse alcuna voce in capitolo”. Senza rinnovo degli sconti, calcola l’Unc, “nonostante la riduzione del 20% del prezzo della luce annunciata da Arera, la bolletta da aprile 2023 sarebbe pari a 1.271 euro su base annua, invece di 1.147 euro, con un rialzo di 124 euro, +10,8%. Il prezzo sarebbe maggiore del 13,9% rispetto a quello di aprile 2022 e del 126,1% su aprile 2021. La bolletta del gas di una famiglia tipo, che nel mercato tutelato ha consumi di 1.400 metri cubi annui, passerebbe, nell’ipotesi di prezzi costanti, da 1.210 a 1.928 euro su base annua, +718 euro (+59,3%)”.

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