La Procura di Crotone indaga in modo specifico su possibili falle nei soccorsi al barcone che nella notte tra sabato 25 e domenica 26 febbraio è naufragato di fronte alla spiaggia di Steccato di Cutro, sulla Costa ionica, uccidendo almeno 67 migranti. I magistrati guidati dal procuratore Giuseppe Capoccia hanno aperto un secondo fascicolo, parallelo a quello sul disastro (in cui sono indagati quattro scafisti, sottoposti a custodia cautelare in carcere) e focalizzato sulle mosse delle autorità italiane: al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato, ma il pm Pasquale Festa ha chiesto gli atti alla Guardia costiera e alla Guardia di finanza – le due forze intervenute a vario titolo nelle ore precedenti – e ha delegato gli accertamenti ai Carabinieri del Comando provinciale. Alcuni finanzieri sono stati già ascoltati dagli inquirenti.

Obiettivo dell’indagine è capire cosa è accaduto nel buco di almeno sei ore tra le 22:30 di sabato – quando un aereo dell’agenzia europea Frontex ha segnalato la presenza dell’imbarcazione a quaranta miglia dalla costa – e il momento del naufragio. Poco dopo la mezzanotte partono due motovedette della Guardia di finanza, rispettivamente da Crotone e da Taranto, ma il mare è troppo agitato e i mezzi (non attrezzati) sono costretti a rientrare. Verso le due un nuovo tentativo delle fiamme gialle, mentre i mezzi della Guardia costiera rimangono fermi fino alle 4:10, quando al 112 arriva una telefonata di allarme.

Parlando con i giornalisti di fronte alla camera ardente allestita per le vittime, il comandante della Capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi si è difeso dicendo di aver operato “secondo le regole d’ingaggio” e ha negato che il dispaccio di Frontex fosse una segnalazione di distress, cioè di imbarcazione in pericolo, che avrebbe consentito l’intervento della Guardia costiera: “Sapete che le operazioni le conduce la Guardia di finanza finché non diventano comunicazione di Sar (search and rescue, cioè salvataggio, ndr). Io non ho ricevuto alcuna segnalazione. Abbiamo operato secondo le regole e siamo pronti a dimostrarlo esibendo a chi ce li richiederà i registri di quella notte”, ha detto. Sia la Guardia costiera che la Gdf hanno già redatto i rapporti da inviare in Procura.

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