“Cosa è accaduto e cosa ha fatto il governo tra le 22,30 di sabato e le 4,10 di domenica?”. E’ la domanda che, sul naufragio di Crotone, tutte le opposizioni hanno rivolto in commissione Affari Costituzionali, al Senato, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi presente per una audizione. A soffermarsi sul punto sono stati i componenti di Pd, M5s e Italia Viva, in particolare e rispettivamente Andrea Giorgis, Barbara Floridia e Raffaella Paita. Tutti hanno fatto riferimento alla ricostruzione, l’unica a disposizione dell’opinione pubblica a 48 ore della strage del mare in cui sono morte oltre 60 persone, e che è emersa finora dai giornali. In quella ricostruzione, hanno sostenuto in commissione i senatori dei gruppi di opposizione, rimane un buco nelle ore precedenti all’arrivo del barcone vicino alla costa. Tutti i partiti hanno anticipato che chiederanno un’informativa in Aula, al Senato, sia a Piantedosi sia al ministro dei Trasporti Matteo Salvini (da cui dipendono le Capitanerie di porto).

Ma il colpo di scena è che, dopo un lungo silenzio sulla questione di Crotone di tutti gli interventi dei componenti della maggioranza, a questa richiesta si è allineato anche l’esponente di Fratelli d’Italia Alberto Balboni che è anche presidente della commissione: “Se ci sono state lacune nella catena di comando per un soccorso tempestivo, noi lo dobbiamo sapere, ministro – ha dichiarato – Non è una richiesta che FdI lascerà alle opposizioni. Noi siamo i primi a chiederlo, perché non si può lasciare una nave piena di bambini in balia delle onde ma rifiutiamo la strumentalizzazione politica“. L’uscita di Balboni poi viene “contestualizzata” così in Transatlantico dal capogruppo di Fdi a Montecitorio Tommaso Foti: “Semplicemente serve a evitare le cose che sono state dette nei giorni scorsi, dato che stamattina ho continuato a sentire questo disco che è il governo che dice ‘no, non intervenite secondo alcuni. Almeno si fa chiarezza, anche se lo ha spiegato 30 volte” il ministro “che non si riusciva ad intervenire con mare forza 7”. “Prima hanno tirato in ballo il decreto Ong – incalza Foti – e hanno preso una buca, poi si è cominciato a dire che allora è colpa dei soccorsi che sono arrivati in ritardo. Visto che bisogna rompere questo disco che è già diventato insopportabile, allora dica il ministro. Peraltro (Balboni, ndr) non ha detto niente di diverso visto che qui già hanno chiesto tre volte che venga a relazionare. Quando lo farà, dimostrando che non c’è stato assolutamente nulla, allora qualcuno dovrà anche ammettere che ha detto delle calunnie”.

La risposta di Piantedosi è stata generale e non è entrata nel dettaglio della ricostruzione: “C’è un’indagine in corso alla quale nessuno si sottrae e non mi sottrarrò per quelle cose che si riterranno di fare e su cosa andrà riferito, anche periodicamente. Per la presunzione di grande considerazione che ho dei soccorritori non ho motivi di ritenere che ci siano stati errori, omissioni o sottovalutazioni perché conosco come operano”. Il ministro ha ricordato le decine di migliaia di interventi dei soccorritori delle varie articolazioni dello Stato, effettuati “anche a 70 miglia nautiche” dalle coste italiane.

Poco prima il senatore Giorgis, capogruppo dem in commissione, aveva detto di essere stato “colpito dalle parole e dal tono che ha usato il ministro Piantedosi nel ricostruire la tragedia avvenuta nella notte tra sabato 25 e domenica 26 al largo di Crotone, una ricostruzione fredda come fosse una vicenda ormai lontana. Non mi capacito di come il governo, a pochi giorni dall’approvazione del decreto-legge definito flussi, riferisca del naufragio leggendo il resoconto come fosse un verbale stilato in un ufficio”. “La questione per noi – ribadisce l’esponente democratico – è: cosa è accaduto e cosa ha fatto il governo tra le ore 22.30 e le ore 4.10? Questo vorremmo sapere, perché leggere e ascoltare spiegazioni che in qualche modo attribuiscono la responsabilità alle stesse vittime lascia senza parole”. Concetto analogo è stato espresso dall’esponente renziana Paita: “Credo che sia doveroso capire la tempistica e perché, se sono veri i tempi che abbiamo letto sui giornali (quello della segnalazione di Frontex della presenza della barca e quello dell’allarme lanciato, ndr), perché ci sono stati quei ritardi? – ha chiesto Paita – Qui stiamo parlando di vite umane e di persone che hanno deciso di partire mosse dalla disperazione, che purtroppo fatto scelte affidandosi a criminali e che hanno pagato poi con la loro vita”. “Oggi ho letto i giornali e ho avuto i brividi sulla tempistica dello sbarco – ha concluso – A lei chiederemo risposte più possibili razionali”. La capogruppo del M5s Barbara Floridia ha sottolineato che la richiesta di informativa “non è strumentale, ma è necessaria e dovuta, perché i cittadini possano sapere e il Parlamento sia reso edotto su quello che è accaduto, che si poteva fare e non si è fatto, anche per migliorare in futuro le azioni di salvataggio”.

Le opposizioni hanno criticato il ministro Piantedosi anche sulla serie di interventi controversi pronunciati sulla tragedia di Crotone, come quella che è apparsa una “morale” alle vittime (“Non si mette a rischio la vita dei figli”) e un giudizio su chi parte in cerca di fortuna da Paesi in guerra o problematici dal punto di vista dei diritti umani o ancora in ginocchio per la povertà. Simona Malpezzi, capogruppo in Senato del Pd e componente della commissione, in particolare è stata la prima a intervenire: “Non le farò domande – ha detto rivolta al ministro dell’Interno – ma la lascio con le parole di una poetessa inglese di origine somala: ‘Nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra’. Le lascio questi versi a memoria, perché le parole che lei ha utilizzato ieri, anche in conferenza stampa, per noi non sono assolutamente accettabili e mi auguro che lei possa avere modo di correggerle”. Il riferimento è a un verso di Home, una poesia della poetessa somalo-britannica Warsan Shire.

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