Avrebbe frodato l’Unione Europea sulle indennità parlamentari: dall’Europa arrivano nuovi guai giudiziari per gli europarlamentari italiani: dopo il caso Qatargate, nel mirino della magistratura è finita l’eurodeputata bresciana Stefania Zambelli, eletta nelle file della Lega prima dei non eletti a Brescia nelle recenti elezioni regionali.

La Procura europea (EPPO) di Milano, con i pubblici ministeri Giordano Ernesto Baggio, Gaetano Rua e Sergio Spadaro che hanno firmato il provvedimento, hanno disposto il sequestro – eseguito dalla Guardia di Finanza di Brescia – di oltre 170mila euro nei confronti di Zambelli e di quattro dei suoi assistenti. L’indagine riguarda un sospetto di frode ai danni del bilancio Ue, riguardante la retribuzione dei quattro assistenti parlamentari assunti in Italia, ma che non avrebbero svolto le attività connesse alla funzione per la quale erano stati assunti, o le hanno svolte solo parzialmente, documentando falsamente la loro attività al Parlamento europeo.

Tra i quattro figura anche l’ultras del Milan Marco Pacini, appartenente alle Brigate rossonere, che oltre a essere il compagno della figlia della deputata risulta nello staff della leghista. Una parte del sequestro da 170mila euro ha riguardato anche Pacini, cui gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato anche un’auto oltre a due vetture riconducibili alla stessa Zambelli. Sequestrati anche conti correnti. Oltre a Zambelli e Pacini sono finiti sotto inchiesta Elena Maria Seranfir, Stefano Masi e Paola Nedrotti.

I quattro assistenti – secondo le indagini – avrebbero anche travisato i propri titoli di studio, dichiarando competenze scolastiche e professionali che non avevano. Si ritiene che l’eurodeputata abbia beneficiato anche delle somme corrisposte dal Parlamento europeo per le attività lavorative che il personale avrebbe dovuto svolgere. I danni stimati al bilancio dell’UE ammontano a euro 172.148,82. “In relazione ai fatti che hanno determinato l’esecuzione del sequestro preventivo a mio carico, tengo a precisare che né io né i miei collaboratori abbiamo commesso alcun illecito. Il nostro operato è sempre stato improntato alla massima lealtà e trasparenza nei confronti delle istituzioni e della collettività” fa sapere Zambelli attraverso una nota. “Mi preme sottolineare che l’assistente parlamentare che con la sua denuncia ha dato origine a questo procedimento, è la stessa persona che mi aveva già denunciato al Parlamento Europeo nel 2019, con le stesse argomentazioni. In quella circostanza – prosegue l’esponente della Lega – per i medesimi fatti, questa assistente è stata all’esito del giudizio licenziata per giusta causa, secondo le indicazioni ricevute dagli stessi funzionari del Parlamento Europeo, mentre nei miei confronti non è stato emesso alcun provvedimento. Sono a completa disposizione delle autorità giudiziarie per qualsiasi chiarimento”.

I provvedimenti giudiziari sono stati emessi su provvedimento firmato dal gip bresciano Andrea Gaboardi sulla base degli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari. Gli inquirenti hanno chiarito che la misura nulla ha a che vedere con il Qatar-Gate che di recente ha investito la forzista Lara Comi, tirata in ballo dalle dichiarazioni rese da Antonio Panzeri. Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo attualmente accusata di aver prelevato denaro dal Qatar in cambio di influenza, ha recentemente presentato ricorso contro una richiesta dell’EPPO di revocare la sua immunità per presunte irregolarità negli stipendi degli assistenti.

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