Maurizio Costanzo non è morto, ha solo posticipato le sue funzioni vitali in vista di una resurrezione. Alcuni le chiamano anche finzioni vitali. Fingere sempre e mentire mai. A me Maurizio Costanzo è sempre piaciuto. Aveva un’intelligenza sorniona ma arguta, si accarezzava i baffi mentre ti ascoltava e sapeva sentire come pochi l’umore del suo pubblico. Lo trattava confidenzialmente (il famoso “state bbboooni”) ma ne aveva un grande rispetto, quasi un timore riverenziale: il pubblico ha sempre ragione.

Il suo Maurizio Costanzo Show che andava in onda di notte ha avuto il merito di portare la grazia dell‘intimità nella televisione italiana. L’intimità della parola notturna, la parola che è vicina ai sogni che sono usciti dal cassetto un attimo per prendere aria. Quante notti ho passato in sua compagnia, tra un consiglio per gli acquisti e l’altro. Innumerevoli sono i personaggi televisivi che ha creato da vero demiurgo salottiero. Ognuno ha il suo preferito, il mio preferito era Nik Novecento morto a soli 23 anni per una malformazione cardiaca. Quante lacrime mi sono scese quella notte, dopo avere appreso da Costanzo la morte dell’attore scoperto da Pupi Avati.

Ecco, Maurizio Costanzo mi ha fatto piangere, calde lacrime notturne sono scese sul mio viso. Solo Franco Zeffirelli mi ha fatto piangere così. Il tempo passa e si diventa tutti più sentimentali, si è grati a chi ci ha emozionato, a chi ci ha toccato il cuore in modo semplice, senza tradirci, anche se dopo c’erano i consigli per gli acquisti, ma si sa, la televisione è tutta commerciale. L’importante è trovare dentro questo mercato delle piccole e candide emozioni. E se vi dicessi che Costanzo era un uomo candido? Certo, esperto comunicatore, grande conoscitore del mezzo televisivo, però in fondo un uomo candido. Le parole servono anche a ingannare, ma io non ho mai avuto la sensazione di essere ingannato dal Maurizio Costanzo Show. C’è chi lo accusava di essere forte con i deboli e debole con i forti.

Io mi ricordo una puntata storica in cui bruciò una maglietta con la scritta “mafia made in Italy”. Mi ricordo Falcone che andò ospite al teatro Parioli. Mi ricordo che si salvò da un attentato mafioso per puro caso. Questo è forse essere forte con i deboli? No, questo è essere forti con i forti. Poi, ovviamente, come ci ricorda Billy Wilder “Nessuno è perfetto”. Non so che peccati abbia sulla coscienza Maurizio Costanzo, penso che non siano migliori o peggiori dei miei. Solo che io non ho mai subito un attentato mafioso, mannaggia! Solo un uomo portatore di un candore invincibile può subire un simile attentato. Mors solvit omnia, la morte scioglie tutto.

Con molta ironia, lui che era senza collo, si prestò a una serie di spot su una marca di camicie “Se va bene a me, buona camicia a tutti”. Tutti muoiono, muoiono quelli con il collo lungo e quelli con il collo corto, la camicia è come la morte: va bene a tutti. Però la morte di Maurizio Costanzo oggi mi fa sentire senza camicia, più fragile, più nudo. Sicuramente era un uomo che aveva dei segreti e questo lo rendeva enigmatico oltre che candido, ma chi non ha segreti? Tutti abbiamo degli scheletri nell’armadio che prima o poi fanno una danza macabra. La morte ci fa danzare nell‘immobilità. Chi è senza segreti, scagli la prima evidenza.

Da oggi gli acquisti saranno senza consigli. Saremo tutti dei consumatori più disorientati. Maurizio Costanzo era un “uomo di parola”, ora il silenzio giace su di lui, quasi come una sfida. Dentro questo silenzio denso che ci fissa nell’eternità ognuno di noi deve trovare un senso, un alfabeto inatteso. Me lo immagino nel suo salotto definitivo ad accarezzarsi i baffi un’ultima volta. Chissà se in paradiso ci saranno i consigli per gli acquisti. Solo gli angeli lo sanno, bontà loro.

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