di Margherita Cavallaro

Questo 2023 sta iniziando in maniera pazzerella, tanto che spesso non capisco se sono io che sto piano piano scivolando in una realtà alternativa creata dalle mie allucinazioni o se ciò che fino all’anno scorso era tragico stia virando verso una fase comica per un qualche meccanismo entropico.

Una delle cose che mi vengono dette o scritte più spesso dai miei sopraffini detrattori intellettuali (anche detti haters), per esempio, è: “ancora con questa storia dei diritti gay? Ma basta! Ci sono cose più importanti!”. Ecco, oggi voglio pubblicamente capitolare e dire che hanno ragione. Ci sono assolutamente cose più importanti. Allora perché da una settimana ormai non si fa che parlare del bacio di Rosa Chemical a Fedez, ma il nostro presidente non ha ancora condannato né detto nulla sull’aggressione squadrista ai ragazzi di un liceo classico a Firenze davanti alla scuola stessa? E perché Mario Giordano indaga sulla fantomatica omosessualità di Fedez e non sulla svastica comparsa al Parco Nord di Milano?

Forse adesso che il presidente ha fatto esperienza delle gioie dell’autodeterminazione di genere le priorità politiche sono cambiate? Forse la lobby si è infiltrata così bene che certi giornalisti si interessano di più della presunta omosessualità delle celebrità piuttosto che di un reato grave come l’apologia del fascismo? Oppure non sarà forse mancanza di onestà intellettuale? No, ma che vado a pensare! Le prime ipotesi sono evidentemente più plausibili, così come è evidentemente più plausibile che certa gente sia posseduta dal demanio (e no, non ho detto demonio, ma demanio, demanio, demanio) piuttosto che l’idea che si sentano legittimati nelle loro esternazioni fasciste da un certo partito e dai suoi rappresentanti che potrebbero o meno essere al governo!

Ma ecco che, proprio mentre stavo scrivendo questo blog, leggo delle dichiarazioni di La Crimea, ops scusate, Ignazio La Russa. Ho fatto confusione in questo momento storico e per un secondo ho seriamente pensato che forse questo blog l’avrebbe dovuto scrivere lui perché o si sta trasformando in un eccelso umorista o (tenetevi forte) nella sua innocenza mi fa tenerezza, perché certamente non posso pensare che il nostro Presidente del Senato sia *gasp* omofobo e sessista! Quando ha detto che avrebbe accettato l’omosessualità di un figlio con dispiacere come se scoprisse che fosse milanista davvero la mascella mi è caduta in terra. Quando poi ha specificato che il dispiacere sarebbe per il suo essere e aver fatto scelte diverse da lui è caduto in terra il resto del mio corpo.

Quando ha concluso dicendo “la parità in politica non si ottiene con le quote rosa. Si otterrà quando una donna grassa, brutta e scema rivestirà una carica importante. Perché ci sono uomini grassi, brutti e scemi che ricoprono ruoli importanti” la mia anima è proprio uscita dal mio corpo e si è andata a fare un giro. Io a questo punto potrei anche ritirarmi, ma siccome capisco che chi non avesse sentito prima l’intervista potrebbe essere un po’ sopraffatto mi offro di fare un sunto per agevolare l’assimilazione di tutta questa poesia.

Partiamo dalla reazione alla scoperta dell’ipotetica omosessualità del figlio. La Cecena, ops scusate confusa di nuovo, La Russa ha evidentemente una visione curiosa dell’orientameno sessuale dato che ne parla come se l’omosessualità fosse fare il tifo per il proprio pene preferito e andare in giro portando magliette con la sua foto sopra, mentre l’eterosessualità fare cori sulla patafiocca e indossare sciarpe con la livrea delle zizze.

Di più, evidentemente non ha realizzato che non c’è una legge che dice che se sei milanista non sei un tifoso vero e proprio, che magari allo stadio ci puoi andare, ma ti puoi sedere solo nello scantinato e vedere la partita da uno schermo perché gli spalti sono solo per i tifosi veri, ossia i non milanisti. O che non c’è una legge che obbliga i giocatori del Milan a giocare bendati. Ecco, fa ridere perché essere milanisti e omosessuali non è proprio la stessa cosa. Così come è ilare che pensi che la somiglianza col figlio conti di più nella squadra del cuore che non, per esempio, nell’essere un essere umano decente, acculturato, intelligente, gentile e di successo perfino. No, la somiglianza sta solo in quella cosa che Maccio Capatonda aveva capito essere l’essenza: scopare!

E giungiamo adesso alla ciliegina sulla torta: il commento sulla parità di genere in politica. Beh, in realtà cosa posso dire? È perfetto così com’è. Poesia pura. Nobel per la letteratura e per la pace insieme. Commentarlo sarebbe come commentare l’autogol dell’Inghilterra nella partita contro l’Olanda nel 2019 (per rimanere in tema calcistico): va semplicemente accettato e goduto così com’è nella sua goffa innocenza, perché non posso certo pensare che il nostro Presidente del Senato si auspichi un mondo paritario in cui le donne semplicemente si abbassino al livello degli uomini (nota bene, categoria a cui lui stesso appartiene) che sono grassi, brutti e scemi! Insomma 2023, mi fai sentire confusa e (forse) felice!

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