di Alessio Andreoli

Nel mondo dell’intelligenza artificiale, la AI o IA, ci sono sempre novità. Un utente del metaverso ha iniziato a “caricare” attraverso ChatGPT (un modello di linguaggio di grandi dimensioni sviluppato da OpenAI) le proprie caratteristiche personali sull’avatar che aveva scelto nel mondo virtuale del cosiddetto metaverso in una delle già numerose piattaforme disponibili. Una delle tante società che lavora proprio nel metaverso ha colto immediatamente l’enorme potenzialità che l’azione di questo utente ha evidenziato. E’ nato, o forse erano già nell’idea di farlo, un nuovo progetto chiamato Life Forever – tradotto: “Vivere per Sempre”. Attraverso il potente ChatGPT viene memorizzato dalla AI il modo in cui una persona parla, si muove, pensa, ragiona e canta. Insomma tutto quanto caratterizza un individuo.

Il tutto viene integrato in un avatar nel metaverso, nel mondo virtuale. Praticamente questo avatar, col tempo attraverso ChatGPT, mano a mano che impara diventerà una copia molto fedele di noi stessi e potrà, dopo la nostra morte, continuare a interagire con il mondo esterno attraverso la realtà virtuale. Se poi l’avatar verrà realizzato somigliante o addirittura uguale a noi il gioco è fatto, la virtuale vita eterna è realizzata. Tutto questo non è ancora disponibile ma manca davvero poco, o almeno questo è quanto dichiara Artur Sychov di Somnium Space, e francamente non ci sono evidenze per non credergli: al contrario da quanto si legge nelle riviste specializzate forse già tra un paio d’anni avremo disponibile “Life Forever”.

Lo scopo del progetto è dichiarato nobile: per chi ne sente la necessità (al di là del costo di cui non si parla) potrà comunicare, anche dopo la morte dei suoi cari, con la persona scomparsa e avere l’illusione (perché di illusione si tratta) di perlomeno ridurre il trauma del distacco e forse elaborare meglio il lutto. Perché ho descritto tutto questo? L’ho fatto perché nel leggere gli articoli indovinate chi mi è venuto in mente? Sì, proprio lui, Silvio Berlusconi. Sono pronto a scommettere, conoscendone l’infinito egocentrismo che lo pervade, che sarà certamente tra i primi in Italia a utilizzare questa tecnologia per sopravvivere a se stesso e a tutti noi.

Nei mesi scorsi avrei voluto prendermi un visore e addentrarmi nel metaverso, ma ho deciso di aspettare. Non si sa mai che navigando tra le varie dimensioni proposte dall’algoritmo non mi capiti di incappare proprio nel Cavaliere. Quindi cari direttori, Peter Gomez, Marco Travaglio, Antonio Padellaro, fatemi sapere se aderirete anche voi al progetto “Life Forever” perché senza di voi e senza il vostro quotidiano anche nel metaverso, onde evitare spiacevoli incontri, il visore di sicuro non lo compro. Che ne dite, si può fare?

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