Per aprire degnamente la seconda serata del Festival, si è scelto di puntare sulla nuova star di Sanremo: la scopa di Morandi. Come premessa, non c’è male.

Il primo cantante in gara questa sera è Will. Chi?! Will! I miei 41 anni sembrano schiacciarmi con tutto il loro peso, perché questa domanda me la farò più volte, durante la serata. Purtroppo però, so bene chi sono i Modà, anche se non mi ero mai resa conto che il cantante Checco, è in realtà Roby Facchinetti, quando prende tutte le note.

Francesca Fagnani è la seconda donna che affiancherà Amadeus in questa edizione del Festival. Quando ho saputo della sua presenza a Sanremo, ho pregato con tutta l’anima che almeno lei, non venisse sanremizzata. Per adesso, seppur emozionata, regge il palco con il suo carisma e sfoggia un abito bello, elegante e soprattutto senza insulti scritti sul sedere.

E comunque, mi sono talmente rotta di sentire tutto questo autotune sul palco dell’Ariston che, giuro, aspetto Albano e Ranieri come i pacchi di Amazon quando ordini con consegna il giorno dopo. E infatti, in trio con Morandi, spaccano come nessuno mai su quel palco. Per la
verità, pure su in galleria, da dove il nostro Gianni nazionale, intona In ginocchio da te. A sentirli cantare tutti insieme, capisci perché a 80 anni sono ancora qui e sì, mi sono alzata in piedi a ballare come una pazza, sulle note di Se Bruciasse la città. Il podio di questo Sanremo 2023: Morandi, Ranieri e Albano.

E continuando sulla scia del vintage, ecco che arrivano gli Articolo 31 ed è subito Festivalbar 90. Il pezzo è una ballata rap, che racconta della loro reunion, avvenuta dopo anni, che risente appunto degli anni sulle spalle dei due cantanti, ma che in radio funzionerà parecchio.
Sempre per restare in tema, dopo 22 anni Giorgia torna sul palco dell’Ariston, ma l’effetto non è quello sperato. Voce bellissima, come sempre, ma il pezzo non le rende giustizia. Peccato.

Parlando di monologhi significativi e di chi ha davvero qualcosa da dire, ecco sul palco, l’attivista italoiraniana Pegah Moshir Pour insieme a Drusilla Foer. Ricordano la sofferenza del popolo iraniano, che lotta per i diritti civili, negati soprattutto alle donne. Ma guarda un po’?! Si può essere donne, parlare di diritti civili delle donne, senza un briciolo di autoreferenzialità. Incredibile!

Detto ciò, onestamente, questi monologhi sanremesi, hanno un po’ stancato. Non se ne può più e non si capisce come mai, non si possa semplicemente interagire con un ospite, piuttosto che farlo parlare a favore di camera, come se fosse al saggio di fine anno. La Fagnani si salva alla grande, anche col secondo cambio d’abito. Nessun finto nude look, ma elegantissimi pantaloni neri. La “normalizzazione” del buon gusto. Avanguardia pura!

È la volta dei super ospiti internazionali, i Black Eyed Peas. A vederli su quel palco, sembrano un po’ capitati lì per caso. Tipo, quelli che, dopo una serata alcolica cercano il bagno e finiscono chissà come, nel bel mezzo di una festa privata per famiglie ricche e signore imbellettate. Visto il trend, potevano far fare un monologo pure a loro, anziché farli cantare. Una roba tipo: siamo qui con la sosia di Fergie, per “normalizzare” il fatto che ci ha mollato.

Manco a dirlo, anche per la Fagnani arriva il monologo time. Legge una serie di domande che lei stessa ha fatto a dei giovani detenuti di un carcere minorile, poi legge le loro risposte. Ma io dico: intervistarli direttamente, no eh?! Non so, un bel video in cui la vediamo fare le sue pungenti domande e ascoltare dalla voce di quei ragazzi, le risposte a quelle domande. Non sia mai! Sanremo non è Sanremo, senza fiori e monologhi.

Se pensavate che la parentesi Ferragni fosse chiusa per un po’, non avete considerato il principe consorte Fedez. Da quando l’anno scorso ha messo piede per la prima volta all’Ariston, non siamo più riusciti a liberarcene. Se non è lui, è la moglie, se non è la moglie, è lui. L’invasione degli ultrainfluencer, i Ferragnez come i Gremlins. Evitate di bagnarli, se non volete che si moltiplichino durante una diretta Instagram.
Levante, ci insegna come scendere agilmente le scale dell’Ariston con un tacco 25, mantenendo intatto il femore. Sceglie un look che fa un po’ Madonna Erotica Tour ma, al contrario del suo outfit, il pezzo non è molto accattivante.

È mezzanotte e mezza e a questo punto, l’unica cosa che mi fa ancora ignorare il letto che mi chiama, è l’arrivo di Paola e Chiara. L’impatto è notevole, la quantità di paillettes che hanno addosso pure e una domanda sorge spontanea: c’era davvero bisogno di sembrare le gemelle Kessler di Lambrate? Indossare due vestiti non necessariamente identici – magari meno teglie in alluminio – poteva essere un’opzione percorribile? Niente, nemmeno le sorelle Iezzi riescono ad esaltarmi questa sera. Quasi quasi mi manca Blanco che pota le rose sul palco.
Colui che dovrebbe risvegliare gli animi è Angelo Duro e Amadeus ci raccomanda di cambiare canale, qualora non fossimo pronti al suo intervento dissacrante e disturbante. L’unica cosa che mi ha disturbato, è stata vederlo in mutande.

La Fagnani fa troppo tardi, ciò che avrebbe dovuto fare sin dall’inizio, ovvero la “belva”. Si dice, meglio tardi che mai, ma non se tardi significa l’1:20 di notte. Secondo la classifica generale provvisoria, che somma le serate di ieri e oggi, il podio è così composto: Mengoni – Colapesce e Dimartino – Madame. Tre completi sconosciuti per le radio italiane.

No alarms, no surprises.

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