Con un potere d’acquisto falcidiato da bollette e inflazione nel 2022 i consumi italiani sono scesi in modo significativo. Le vendite al dettaglio sono scese in volume dello 0,8% rispetto all’anno prima mentre sono salite in valore del 4,6%. Non inganni il segno più poiché, se si tiene conto dell‘inflazione 2022 (media 8,1%), in realtà si tratta di un calo del 3,5%. La stretta ha interessato soprattutto i prodotti alimentari scesi in quantità del 4,2%. Le difficoltà dei consumatori si possono leggere anche nell’incremento del ricorso ai discount, punti vendita con prodotti a prezzi più bassi e non di marca, che l’anno scorso sono salite del 9,8% mentre, riporta l’Istat, la grande distribuzione ha chiuso con un + 5,8%. Nel solo mese di dicembre le vendite sono scese del 4,4% mentre segnano un + 3,4% in valore. nel solo mese di dicembre un + 9,9% nel valore delle vendite. Secondo i dati dell’Istat salgono anche i fatturati della grande distribuzione (+ 6,5% rispetto a dicembre 2021 ma sempre al di sotto del tasso di inflazione)

“Nonostante un rallentamento dei prezzi dei beni energetici, il quadro economico rimane ancora caratterizzato dall’incertezza e da un elevato livello di inflazione di fondo, fattori questi che incidono sul potere d’acquisto degli italiani che da mesi stanno riducendo i consumi, in termini sia qualitativi che quantitativi“, afferma Carlo Alberto Buttarelli, direttore dell’ ufficio studi di Federdistribuzione a commento dei dati. “In particolare, continua, da mesi registriamo una frenata significativa dei volumi di vendita nel comparto alimentare, che a dicembre è stata del -6,6% rispetto ad un anno prima. Un trend negativo che sta già mettendo in difficoltà alcune filiere agroalimentari. In questo scenario economico, che rimane complesso, gli italiani continuano a essere preoccupati per la tenuta dei propri bilanci familiari, fortemente gravati negli ultimi mesi dalla crescente pressione dell’inflazione nelle diverse voci di spesa quotidiana”.

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