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Terremoto in Turchia, il parroco di Aleppo in Siria: “Tragedia immane, macerie ovunque. Aiutateci”

"Confidiamo nell’aiuto internazionale, qui siamo tutti sotto shock per quanto accaduto. Non bastava la guerra, non bastava la povertà, ora il terremoto" dichiara padre Bahjat che lancia un appello alla comunità internazionale
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Il terremoto che ha squassato la Turchia ha provocato centinaia di vittime in Siria. Decine sono i palazzi di Aleppo, martoriata città in parte distrutta dalla guerra, sono crollati nella notte come riporta la tv di Stato siriana. Sarebbero centinaia, ma al momento non è possibile verificare la notizia, le persone intrappolate. “Ci sono macerie ovunque. Le prime notizie che abbiamo parlano di almeno 36 palazzi completamente distrutti con gente rimasta sotto le macerie. La parrocchia latina dove sono ha avuto anch’essa dei danni ma al momento non registriamo altre criticità” racconta padre Bahjat Elia Karakach, frate della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Aleppo, al Servizio Informazione Religiosa (Sir).

“La scossa è stata tremenda – dice il parroco con la voce provata – la gente è scesa in strada in preda al panico, almeno chi è riuscito a farlo, tanti, come dicevo, sono rimasti intrappolati. Qui piove e fa freddo ho visto persone scalze e con indumenti leggeri, in pigiama, fuggire in cerca di un luogo sicuro. In parrocchia abbiamo aperto dei locali non danneggiati e offerto delle bevande calde e qualcosa da mangiare. Abbiamo anche pregato per chiedere la protezione di Dio. Adesso con le prime luci dell’alba la gente sfollata sta facendo rientro nelle abitazioni per fare la conta dei danni, non c’è energia elettrica, una situazione drammatica. Aspettiamo che i soccorsi arrivino ovunque, adesso è prioritario cercare di salvare quante più vite umane possibile tirandoli via dalle macerie”.

“Confidiamo nell’aiuto internazionale, qui siamo tutti sotto shock per quanto accaduto. Non bastava la guerra, non bastava la povertà, ora il terremoto” dichiara padre Bahjat che lancia un appello alla comunità internazionale: “Rimuovete o sospendete le sanzioni alla Siria almeno per permettere e facilitare l’arrivo e la movimentazione degli aiuti umanitari di cui abbiamo estremo bisogno. Tantissime persone stavano cominciando a riparare le loro case distrutte dalla guerra, adesso sono di nuovo a terra, possono raccogliere sono macerie. Una tragedia immane, non abbandonate il popolo siriano”.

Il governatore di Aleppo, Hussein Diyab, ha elevato al massimo lo stato di allerta in tutta la città per il pericolo di crolli di altri edifici danneggiati dal sisma. La protezione civile ad Aleppo ha riferito stamani di circa 40 edifici crollati in città e di una cinquantina di persone uccise con oltre 200 feriti.

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