La raffineria siciliana Isab di Priolo è stata venduta a G.o.i. Energy, divisione del fondo cipriota Argus. Lo ha annunciato l’attuale proprietà ovvero la russa Lukoil che controlla lo stabilimento attraverso la sua società svizzera Litasco. Dall’impianto proviene circa il 20% dei prodotti raffinati consumati in Italia ma, in quanto controllata da un gruppo russo, la raffineria rischiava di avere problemi di operatività a causa degli embarghi contro Mosca decisi dall’Europa. In particolare nel rifornirsi di petrolio non potendo più utilizzare quello della casa madre e avendo difficoltà ad ottenere garanzie bancarie per accedere ad altri mercati. Da mesi si parlava di una possibile vendita, in particolare dell’interessamento di fondi statunitensi. Il governo aveva anche ipotizzato l’avvio di un’amministrazione straordinaria per assicurare la continuità operativa dello stabilimento che occupa circa mille persone nel siracusano. “L’operazione è soggetta al verificarsi di alcune condizioni sospensive relative – informa la nota che annuncia l’accordo – tra l’altro, all’ottenimento delle autorizzazioni da parte di tutte le autorità competenti, incluso il Governo italiano. Il closing dell’operazione è previsto entro la fine di marzo 2023“.

Nell’accordo avrebbe un ruolo anche il colosso del trading di materie prime Trafigura con cui sono state sottoscritte contratti di fornitura del greggio. “Siamo lieti di annunciare di aver raggiunto un accordo con Litasco. Siamo profondamente consapevoli dell’importanza di Isab per l’economia italiana, per la Sicilia e per la comunità locale. Crediamo fermamente che Isab abbia un potenziale di sviluppo importante e abbiamo un solido piano aziendale per riuscire a valorizzarlo. In stretta collaborazione con il Governo italiano, siamo ottimisti sul fatto che l’operazione sarà completata con successo”. Così Michael Bobrov, amministratore delegato di G.O.I. Energy. Il gruppo cipriota è stato assistito nell’operazione dallo studio legale Bonelli Erede mentre Ernst & Young ha agito come consulente finanziario. La nuova proprietà dovrà affrontare anche il dossier della bonifica ambientale dell’area

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