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San Gennaro, il “miracolo” è avvenuto: il sangue si è sciolto per la terza volta quest’anno

Il santo patrono si è modernizzato e per la prima volta ha aperto il museo del Tesoro di San Gennaro a Gallerie Riunite per la mostra “La Mano Tua -Divo Januario Dicatumam”

di Januaria Piromallo

Il prodigio, dopo che il sangue contenuto nell’ampolla era apparso solido, si è ripetuto alle 10,56. Habemus miraculum. E ovazione dei fedeli. In adorazione perpetua i più devoti, perché se il sangue non dovesse sciogliersi sarebbe causa di disgrazia (jattura come dice il popolino). E di questi tempi meglio tenerselo buono Sangennaro, faccia gialla (come lo chiamano in confidenza) riferito al busto d’oro zecchino esposto nella Cappella del Tesoro, gestita dalla omonima Deputazione della Real Cappella, istituzione nata il 13 gennaio 1527, per un voto della città al santo patrono. Quella di oggi è una delle tre date del rinnovarsi del miracolo. Anche nel santuario di San Gennaro di Pozzuoli si ripete il miracolo dell’”arrossamento” della pietra dove fu decapitato il martire. Per i fedeli sono macchie di sangue.

Ogni 16 dicembre si commemora invece quello che ritenuto il suo intervento più prodigioso con il quale fermò la lava del Vesuvio dell’eruzione del 1631. Ieri chi in preghiera, chi al vernissage de “La Mano Tua -Divo Januario Dicatumam” di Tommaso Ottieri nelle stanze del Tesoro di San Gennaro che adesso che è morta la regina Elisabetta possiamo dirlo è molto più prezioso di quello della Corona inglese. E così di fianco alla mitra di San Gennaro, l’oggetto più prezioso al mondo, 3964 pietre preziose, pesa 18 kg, compare il tableaud dell’ interno opulento del Duomo. Tra candelabri cesellati d’argento e paramenti sacri, oli su tela di facciate di basiliche barocche del centro storico di Napoli. La fusione riesce benissimo a Tommaso Ottieri, artista e architetto, specializzato in paesaggi urbani e monumenti, con occhio abituato a cogliere nella visione del tutto il dettaglio. A fare gli onori di casa Piero Renna, Rosa Francesca Masturso e Annamaria de Fanis, galleresti e influencer nel mondo dell’arte contemporanea. Anche a San Gennaro sarebbero piaciuti. Da vedere assolutamente fino al 23 marzo.

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