Esistono storie che fanno rabbrividire, disorientano e lasciano interdetti. Una di queste è di sicuro la condanna a quattro mesi di carcere (pena sospesa!) per otto cittadini che manifestavano a Bari per chiedere diritti negati ai disabili. Dei manifestanti non importa a nessuno: subito dopo la sentenza, tra i politici pugliesi non si sono levati attestati di solidarietà per questa irragionevole condanna. È invece interessante approfondire la nostra situazione sociale: un Paese che costringe dei disabili e i loro familiari ad un presidio permanente nel torrido mese di luglio del 2021 per ottenere un briciolo di dignità è un Paese senza dignità.

Non possono esserci fraintendimenti né distinguo: nessuno doveva procedere legalmente contro queste persone, “colpevoli” solo di ricordarci quanto siamo miserabili ed indifferenti verso i più deboli.

Solo l’auspicabile intervento del Presidente della Repubblica potrebbe cancellare questa pagina di malagiustizia. Solo una ammissione di responsabilità oggettiva da parte del ministro della “in”giustizia potrà restituire serenità ai condannati.

Purtroppo tutto questo non cancellerà mai la sensazione di vivere in un Paese nel quale si può ignorare la disabilità, salvo poi celebrarla nelle giornate speciali e nelle raccolte fondi. O spedirla in prigione distrattamente, come un delinquente qualsiasi.

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