Si riaprono i giochi per la proroga del Superbonus. La possibilità di estendere al 31 dicembre i termini per usufruire dell’agevolazione piena, che sembrava ormai accantonata, vedrà la luce in manovra. La soluzione in extremis è stata confermata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nonostante 24 ore prima fossero invece circolate indiscrezioni opposte. La condizione è però che le delibere condominiali siano state approvate entro l’11 novembre. Sul nodo dei crediti incagliati, invece, la strada individuata è nel dl Aiuti quater e punta sulla garanzia di Sace, con la possibilità di una cessione in più per banche e assicurazioni. Intanto il reddito di cittadinanza torna nel mirino della maggioranza. E’ lo stesso relatore della manovra, Roberto Pella, a parlare della possibilità di una riduzione a 7 mesi, il che consentirebbe di liberare altri 200 milioni da aggiungere alla dote per le modifiche.

Superbonus – La proroga della scadenza (dal 25 novembre a fine anno) per presentare le Cilas beneficiando così dell’incentivo al 110%, proposta come emendamento al decreto aiuti quater, sembrava definitivamente saltata. Il motivo, ha spiegato il relatore Guido Quintino Liris (FdI), era di forma: il decreto arriverà in Aula al Senato non prima di martedì, ma servirà anche dell’ok della Camera, e quindi andrà a completamento a metà gennaio. Ovvero, fuori tempo massimo. Di qui l’idea di aggirare l’ostacolo inserendo la norma direttamente in manovra: la proposta, spuntata in mattinata, è stata avanzata al governo e alla maggioranza dallo stesso Liris, appoggiato poi direttamente da Giorgetti. Per superare l’altro scoglio legato al Superbonus, cioè lo sblocco dei crediti incagliati, la soluzione individuata – messa nero su bianco in un emendamento tra i riformulati – prevede di alzare da 2 a 3 le cessioni dei crediti ad intermediari ‘qualificati’, ovvero a banche e assicurazioni. Allo stesso tempo la Sace può concedere garanzie in favore di banche, istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito, per finanziamenti sotto qualsiasi forma, “strumentali a sopperire alle esigenze di liquidità delle imprese”. Una soluzione che però per le opposizioni non risolve il problema. Per Misiani (Pd) si tratta di “aria fritta”.

Il reddito – L’ipotesi su cui lavora la maggioranza è garantire il reddito di cittadinanza per coloro che definisce “occupabili” solamente per 7 mesi, anziché per 8, come finora previsto dalla manorva. È tema di cui si è “parlato ieri nella riunione di maggioranza, è un tema che non abbiamo ancora definito, potrebbe essere molto probabile perché questo consentirebbe di liberare ulteriori risorse per circa 200 milioni che ovviamente andrebbero ad aggiungersi a quelle della manovra”, ha detto Roberto Pella, deputato di Fi e uno dei relatori della manovra, a 24 Mattino su Radio 24. La ministra Marina Calderone difende la misura: “Non si lavora a nessuna stretta sul reddito”, puntualizza. Ma diversi emendamenti segnalati come prioritari dalla maggioranza vertono su questo punto: c’è quello della Lega che blocca il reddito agli under29 che non facciano corsi di formazione, la proposta di Azione e Iv di cancellare il beneficio per gli under40 senza figli. Ma resiste anche la richiesta di Noi Moderati di introdurre un bonus alle imprese che assumono dopo 6 mesi i percettori del reddito e quella targata FdI che chiede che la parte relativa all’affitto del reddito vada ai proprietari.

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