Al di là dell’adesione alle sue idee politiche, al di là dell’apprezzamento per i suoi fumetti, al di là della simpatia umana, probabilmente il contributo più significativo di Zerocalcare è quello di aver portato, dopo più di vent’anni di confinamento ai margini del dibattito pubblico, la resistenza del popolo curdo sulla ribalta dei media nazionali. Il successo, dalla risonanza internazionale, di Kobane Calling nel 2015 è stato determinante per attirare l’attenzione sul dramma del più grande “popolo senza nazione” del mondo.

Nel fumetto, l’autore romano raccontava, col suo tipico umorismo fondato su un uso creativo del vernacolo romano e una galassia di riferimenti alla cultura nerd, il suo viaggio ai Mehser, al confine turco-siriano, a poca distanza da Kobane, città simbolo della resistenza curda del Rojava contro l’Isis. Un momento glorioso per i curdi, quanto vergognoso per il resto del mondo; non solo abbandonati dalla comunità internazionale, dopo l’impresa eroica nel 2017 di aver sconfitto e cacciato l’Isis da Mosul e riconquistato Raqqa, ma addirittura usati come pedina di scambio nei confronti di Erdogan, i curdi hanno preso, nella propaganda governativa turca, il ruolo degli anarchici nella “strategia della tensione”: il capro espiatorio su cui addossare tutte le responsabilità, il Nemico numero uno da sconfiggere.

Ma la grande solidarietà che il popolo curdo raccoglie in tutto il mondo, non solo nel nostro paese, non è dettata solo dall’evidente ingiustizia di cui è vittima da decenni, ma anche dall’adesione a un modello politico innovativo e autenticamente progressista: il confederalismo democratico, teorizzato da Abdullah Öcalan, fondatore e leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, ispirato al municipalismo libertario, all’ecologia sociale, alla parità sessuale, all’economia sostenibile. Questo spiega anche l’accanimento violento delle forze più reazionarie del Medio Oriente contro i “terroristi” curdi.

A conferma dell’attualità della tematica, il mese scorso a Roma al Teatro Vascello è stato portato in scena Kobane Calling on stage al Teatro Vascello, tratto dal fumetto omonimo, per l’adattamento e la regia di Nicola Zavagli. Colpisce, nello spettacolo, l’interpretazione di Massimiliano Aceti nei panni del protagonista, completamente diverso dalla persona di Michele Rech (nome all’anagrafe del fumettista romano), ma aderente in maniera convincente al “personaggio” che emerge nelle pagine, al suo andamento ciondolante, alla figura affusolata, al continuo cambio di ritmo tra “pipponi”, ovvero spiegazioni didascaliche ed esplosioni di goliardia vernacolare a stemperare lo spessore tragico delle vicende narrate.

Un’altra testimonianza italiana, intensa e commovente della resistenza curda, è Autunno. Appunti partigiani dal Kurdistan (pubblicato da Elementi Kairos), un’antologia poetica che raccoglie versi di diversi autori; in primo luogo di Salvatore Ceccarini e Piergiorgio Daltoni, ragazzi partiti dall’Italia per combattere a fianco dei curdi, accanto a poesie di Ali Haydar Kaytan, di Atakan Mahir (uno dei pilastri del movimento di resistenza morto nel 2018) e, ovviamente, di Abdullah Öcalan; il tutto corredato dalle foto di Gülnaz Ege, scomparsa combattendo sotto le bombe turche ad Amed Lice nel 2017.

Come scritto nel prologo della silloge: “Dedichiamo a loro e a tutte le combattenti e i combattenti per la libertà questo piccolo sforzo editoriale, affinché le seguenti pagine, come foglie cadenti dell’autunno di Qandil, possano essere carezze in una memoria di fuoco”. I ricavati delle vendite del libro andranno, in parte, devoluti a Uiki Onlus-Ufficio informazione del Kurdistan in Italia.

Non ultimo, Zerocalcare è ritornato col suo nuovo libro, No Sleep Till Shengal (sempre per Bao Publishing) a puntare i riflettori su una lotta ancora meno conosciuta, di una minoranza etnica di lingua curda: gli ezidi. Il libro, infatti, racconta il suo viaggio in Iraq, nella primavera dello scorso anno, verso la meta del titolo, roccaforte della comunità ezida. Scopo del viaggio è stato documentare le condizioni di questo popolo tormentato, vittima nel 2014 di un vero e proprio genocidio da parte dell’Isis nell’indifferenza internazionale, tuttora bombardato dalla Turchia e minacciato costantemente dall’Iraq. A proteggerlo, ancora una volta, solo le milizie curde. Un libro da leggere assolutamente.

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