Farideh Muradkhani, attivista e nipote della guida suprema dell’Iran Ali Khamenei, è stata condannata a tre anni di reclusione, per aver chiesto ai Paesi del mondo “amanti della libertà” di espellere gli ambasciatori iraniani come gesto di sostegno alle proteste nel Paese. La notizia della condanna è stata diffusa su Twitter da Mohammad Hossein Aghassi, legale della giovane donna, secondo cui la sentenza è stata emessa da un tribunale che non avrebbe giurisdizione sul caso.

Farideh Muradkhani era stata arrestata lo scorso 23 novembre, dopo aver registrato un video in cui chiedeva alla comunità internazionale di tagliare i rapporti con l’Iran. La donna, infatti, si è schierata dalla parte dei manifestanti che protestano da quando la 22enne Mahsa Amini è morta mentre si trovava in carcere per non aver indossato correttamente il velo. Ora, la nipote della guida suprema, secondo l’agenzia di stampa “Hrana“, si trova nella prigione di Evin a Teheran.

Lo scorso 6 dicembre, Badri Hosseini Khamenei, madre di Farideh Muradkhani e sorella della guida suprema iraniana, ha pubblicato sui social network una lettera in cui criticava il fratello, condannava la repressione delle protesta e si augurava di “vedere presto la vittoria del popolo e la caduta di questa tirannia che ora governa l’Iran“.

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