Secondo i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a novembre sono state vendute 119.853 auto: il +14,7% rispetto allo stesso mese del 2021. Prosegue dunque la ripresa del mercato italiano, che tuttavia nel cumulato dei primi undici mesi presenta ancora una contrazione dell’11,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Contrazione che, prendendo in considerazione i livelli pre pandemia del 2019, diventa addirittura del 31,8%: in pratica, manca all’appello un’auto su tre.

“Per ritornare ai livelli ante-crisi il cammino non sarà né facile, né breve. La tendenza negativa si è però invertita ed è iniziata la risalita“, secondo il Centro Studi Promotor. Che in una nota aggiunge: “La conferma viene dal fatto che il cambio di intonazione del mercato riguarda anche gli altri Paesi dell’Europa Occidentale”. Spiegando poi che “il motivo dell’inversione di tendenza è l’attenuarsi della difficoltà di fornitura di microchip e di altri componenti essenziali per la produzione di auto, che aveva fatto sì che alla crisi della domanda si associasse anche una crisi dell’offerta”.

A novembre anche il gruppo Stellantis mette a segno un +1,5%, anche se negli 11 mesi il calo è del 17%, con un totale di 428.599 immatricolazioni e una quota complessiva del 35,5%.

Per quanto riguarda le alimentazioni, crescono benzina, diesel e GPL, con quote nei primi 11 mesi rispettivamente del 27,6%, 19,9% e 8,8%, mentre nonostante il piccolo rialzo del mese scorso le elettriche pure rimangono al palo (3,7%) mentre le ibride plug-in il 5,1%. Bene le ibride senza spina: 9,2% di quota per le full e 24,5% per le mild. A proposito della “scossa” che non decolla, il presidente del CSP Gian Primo Quagliano sostiene che “non è concepibile che si stanzino fondi per favorire l’affermarsi dell’auto elettrica e che questi fondi restino in larga misura inutilizzati, con la conseguenza che mentre in Germania e nel Regno Unito la quota delle auto elettriche sulle immatricolazioni ha superato il 14% e in Francia si è attestata sopra al 12%, in Italia si sta perdendo terrendo sul 4% del 2021″.

Va oltre il presidente dell’Unrae (l’associazione dei costruttori esteri operanti in Italia) Michele Crisci, rivolgendosi direttamente al Governo: “Al nuovo esecutivo chiederemo interventi urgenti su tre punti cardine: uno stimolo robusto ed efficace al rinnovo di un parco circolante molto anziano e alla diffusione della mobilità a zero e bassissime emissioni; infrastrutturazione accelerata in tutto il territorio nazionale di punti di ricarica pubblici e privati, con indicazione chiara di tempi, luoghi,
tipologie di colonnine da installare e soggetti incaricati agli investimenti; infine, revisione strutturale della fiscalità privata e aziendale sull’auto”.

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