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Frana a Ischia, il neonato dato per disperso è stato salvato dal fango insieme ai suoi genitori

Le storie da Casamicciola: "Sono prigioniera nella mia casa al terzo piano. Terra e massi hanno travolto il palazzo, il boato è stato impressionante. Nulla può fermare queste forze, abbiamo cambiato il pianeta"
Frana a Ischia, il neonato dato per disperso è stato salvato dal fango insieme ai suoi genitori
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Erano dispersi da questa mattina ma i soccorsi sono riusciti a trovarli e metterli in salvo: è stata trasferita al Rizzoli di Lacco Ameno, l’ospedale di Ischia, la famiglia composta da padre, madre e un neonato di cui si erano perse le tracce, dopo la frana che ha invaso il comune di Casamicciola. A renderlo noto è il prefetto di Napoli, Claudio Palomba. L’onda di fango, partita dalla pendici del monte Epomeo, ha isolato oltre trenta nuclei familiari e ha causato il crollo di una decina di palazzi.

Nel frattempo, continuano ad arrivare le testimonianze di chi si è salvato dalla furia del fango: “Verso mezzanotte ha iniziato a piovere fortissimo. Dalle tre abbiamo iniziato a sentire dei boati. È venuta giù la prima frana, poi un’altra verso le cinque. Una cosa impressionante”. È il racconto di Lisa Mocciaro, illustratrice di libri per bambini, ora prigioniera al terzo piano nella sua abitazione di Casamicciola. Il primo piano dello stabile è stato invaso dai detriti, ma ha resistito all’impatto con i massi e la terra bagnata: gli altri abitanti del palazzo hanno trovato riparo nella sua casa. Ora attendono tutti insieme l’arrivo dei vigili del fuoco. “La realtà è che nessuno può nulla contro queste forze – commenta la donna -: abbiamo cambiato il pianeta causando un cambiamento climatico. Piogge di questa intensità non dovrebbero proprio abbattersi sull’isola d’Ischia”.

Cancelli abbattuti, alberi e grosse pietre che chiudono le vie di uscita: “La speranza è che arrivino il prima possibile gli aiuti per trovare i dispersi e togliere questo fango – dice Lisa -. Abbiamo bisogno di questo adesso, non dopo. Dove sono io, siamo stati colpiti dall’alluvione del 2009 e da varie frane nel corso degli anni. Sono state realizzate mura di cemento per dare sicurezza alla zona dove si formano più gorghi, ma nemmeno questo ha fermato la natura e ora siamo tutti stanchi, spaventati e pieni di fango. Ora speriamo solo che il numero dei dispersi e morti sia contenuto”.

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