I presidenti della Serie A sono “dei delinquenti veri”. E in seguito all’asta per i diritti tv nel 2014, se la Lega Calcio non fosse stata un’organizzazione di diritto privato, se “li arrestavano tutti perché li avevano trovati colpevoli di corruzione”. Parola di Giovanni Malagò e Andrea Zappia. Le intercettazioni del presidente del Coni con l’ex manager di Sky, pubblicate da La Repubblica, sono contenute negli atti depositati alla procura di Milano al giudice per le indagini preliminari Chiara Valori con la richiesta di archiviazione in un’inchiesta sulla presunta tangente pagata per l’assegnazione dei diritti televisivi del triennio 2018-2021.

In quel momento Malagò è intercettato e la trascrizione delle sue telefonate riguarda le conversazioni avute con i dirigenti televisivi con cui parlava dell’asta e con il broker Massimo Bochicchio, il broker accusato di aver truffato facoltosi personaggi anche del mondo dello sport per decine di milioni di euro e poi deceduto in un incidente stradale. È il 2 giugno 2020 quando Malagò parla con Zappia, in quel momento già non più operativo in Sky. I due si lasciano andare a considerazioni piuttosto pesanti sui presidenti della Serie A. Malagò, che in quel momento è indagato per falso, è convinto che l’esposto seguito all’elezione di Gaetano Micciché a presidente dell’assemblea della Lega sia partito da Enrico Preziosi, all’epoca presidente del Genoa.

“Di che dobbiamo parlare?”, dice il presidente del Coni. E poi l’imprenditore viene definito un “vero pregiudicato”. Ma Malagò e Zappia ne hanno per tutti. Il presidente della Lazio Claudio Lotito è ritenuto colui che tira i fili. “Sono stupito – spiega il manager di Sky – che questo signore che ha un business nano, che ormai campa solo di calcio che è quello che fa vivere tutte le sue aziende”. “Non c’è dubbio”, commenta Malagò. “Marmaldeggi così”, aggiunge Zappia. “Ma alla fine i nostri amici, Juventus e Roma sono colpevoli tanto quanto lui”. “Eh certo – chiosa Malagò – A seconda dei frangenti, dei contesti, diventano complici delle loro avventure”.

Malagò è amareggiato per quanto accaduto durante l’assemblea per l’elezione di Micciché, che ha sostanzialmente chiuso il periodo di commissariamento che lui ha presieduto. “È ridicolo dopo quello che avevi cercato tu di dare ordine a questi sciammanati”, commenta Zappia. “Infatti è quello che mi rinfacciano: uno statuto, una governance, gli avevo trovato una persona di livello (…) Questi sono delinquenti veri”, sottolinea il presidente del Coni. Quindi si parla anche dell’asta per i diritti tv del 2014.

Furono giorni infuocati in Lega Calcio e la gestione del bando portò a una multa dell’Antitrust per tutti gli attori in campo, da Mediaset Premium a Sky, che si piegò al volere degli altri, fino alla stessa Lega e all’advisor Infront. perché secondo l’Agcm si misero d’accordo alterando l’esito dell’asta per l’assegnazione. E si attivò anche la procura di Milano, ma l’indagine non portò a nulla perché la Lega Calcio non è un ente pubblico e la corruzione tra privati, in quel momento, non era un reato. Come riporta La Repubblica, Malagò e Zappia sono convinti che Infront abbia fatto girare soldi. “Se non fosse un’organizzazione di diritto privato li arrestavano tutti perché li avevano trovati colpevoli di corruzione sei anni fa (…) E invece con i soldi ci fanno il cazzo che vogliono: se li vogliono regalare tra di loro, portarli in Svizzera…”.

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