Il logo del movimento “V_V” era apparso al posto delle webcam di alcuni partecipanti al consiglio comunale di Trieste, avvenuto il 15 febbraio scorso. La chat, utilizzata per regolare i lavori, era stata intasata con frasi provocatorie e diffamanti dal contenuto novax e no-green pass. Ora, la polizia postale del Friuli Venezia Giulia e la digos di Trieste hanno sottoposto a perquisizione domiciliare e informatica un uomo di 33 anni di origine toscana, residente in Puglia, ritenuto il responsabile di quell’attacco hacker in cui ignoti si erano introdotti nel corso della seduta online.

Si era trattato di una vera incursione: 29mila parole diffamatorie pubblicate sulla chat in circa mille post, inseriti nel giro di quattro minuti. Erano comparse frasi come “Il governo vi ordina di fare i nazi razzisti sanitari e voi ubbidite come fecero i tedeschi con Hitler” e “La discriminazione è un crimine chi appoggia il Green pass è un nazista”. La seduta era potuta riprendere soltanto un’ora dopo. Gli incursori avevano utilizzato tutte le tecniche di anonimizzazione possibili, facendo figurare le proprie connessioni come provenienti da ogni parte del mondo, ma le indagini della polizia, coordinate dal pm della Procura di Trieste, Pietro Montrone, hanno individuato ugualmente l’uomo. Il 33enne ha numerosi precedenti specifici per violazione delle norme di contenimento pandemico e resistenza a pubblico ufficiale.

Nella sua abitazione sono state trovate maschere antigas, magliette e adesivi con il logo V_V, un ricevitore in radiofrequenza e bombolette spray di colore rosso. Alla vista della polizia, ha lanciato immediatamente il reset del proprio cellulare, nel tentativo di cancellare ogni traccia a suo carico, evidentemente avendo pianificato in anticipo tale possibilità. Gli investigatori cibernetici hanno, però, ugualmente ricostruito circa 8mila chat dalle quali emerge il suo coinvolgimento nell’attacco al Comune di Trieste e il fatto che fosse attivo nel reclutamento di seguaci del movimento V_V. L’organizzazione dell’attacco è stata realizzata in un gruppo Telegram, accessibile mediante un link pubblicato su un post che conteneva l’annuncio della “operazione speciale” compiuta ai danni del Comune. Unico requisito richiesto era essere in possesso di discrete capacità tecniche.

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