Attualità

Brunello Cucinelli presenta il suo vino “Castello di Solomeo”: “Nasce dalla nostra terra e da un lavoro di grande attenzione e passione”

"Nel nostro Solomeo - ha spiegato Cucinelli ripercorrendo le tappe che hanno portato alla nascita del suo vino - abbiamo dedicato cinque ettari a viti che vengono coltivate secondo i classici princìpi della viticoltura, che io considero una vera e propria arte e mi piace pensare che le nostre uve possano finalmente raccontare anche la loro storia di bellezza. Credo che non vi sia niente di più bello che condividere con gli amici di una vita e le persone care questo prezioso frutto, nato da una lunga opera di cura e di custodia"

di Ilaria Mauri

“Proprio come avveniva nell’antica Grecia, mi piace immaginare che questo nostro vino possa allietare i più piacevoli simposi di persone che rinnovano questo umanissimo rito”. È con questo auspicio che Brunello Cucinelli ha presentato il suo primo vino “Castello Solomeo”, prodotto, appunto, nella vigna del borgo umbro dove l’utopia di un capitalismo umanistico è realtà. Per l’occasione, Cucinelli ha allestito mercoledì sera all’istituto dei Ciechi di Milano un banchetto alla maniera degli antichi, riunendo intorno ad un tavolo i familiari, gli amici di sempre e tutte quelle persone che gli sono state accanto negli ultimi 40 anni di attività della sua azienda, per una “cena della gratitudine” a cura degli chef tristellati della famiglia Cerea dell’iconico ristorante Da Vittorio. “In questo luogo così ricco di storia e di fascino è stato davvero emozionante assaporare il primo sorso di questo vino almeno per me molto, molto speciale che è nato dalla nostra terra e da un lavoro di grande attenzione e passione“, ha spiegato il visionario imprenditore, fondatore dell’omonima casa di moda.

Così, in un clima di festosa convivialità, Brunello Cucinelli ha stappato le prime bottiglie del suo vino, un rosso annata 2018, avvolte in una carta che riporta frasi di Marco Aurelio, Omero e Socrate, autori da lui tanto amati. Servito per la prima volta, il vino è stato presentato dall’enologo di fama internazionale Riccardo Cotarella, fidato consigliere di Cucinelli per la produzione. Il nettare è stato accompagnato per il primo sorso da una “fettunta”, ovvero una fetta di pane abbrustolito irrorato dell’olio nuovo della stessa tenuta di Solomeo, ottenuto da olive Dolce agogia, preludio perfetto per questo rosso umbro dalle note speziate e dal corpo deciso. Le uve scelte per il “Castello di Solomeo” sono infatti Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, da cui nasce il prestigioso blend bordolese, a cui viene aggiunto il vitigno Sangiovese come tributo alla cultura e alla tradizione vitivinicola del Centro Italia. Da questa unione nasce un vino strutturato e al tempo stesso ricco di morbidezza, avvolgente al palato e intrigante al naso.

“Nel nostro Solomeo – ha spiegato Cucinelli ripercorrendo le tappe che hanno portato alla nascita del suo vino – abbiamo dedicato cinque ettari a viti che vengono coltivate secondo i classici princìpi della viticoltura, che io considero una vera e propria arte e mi piace pensare che le nostre uve possano finalmente raccontare anche la loro storia di bellezza. Credo che non vi sia niente di più bello che condividere con gli amici di una vita e le persone care questo prezioso frutto, nato da una lunga opera di cura e di custodia. Con l’opera Sofisti a banchetto di Ateneo, del resto, è bello ricordare che proprio ‘sul mare colore del vino Dioniso ha condotto quanto di buono c’è per gli uomini’“. D’altra parte, gli antichi greci avevano una tale attenzione, o meglio, venerazione, per il vino, da dedicargli addirittura un dio, Dioniso detto anche Bacco, dio della vite, del vino e del delirio mistico che spesso ne consegue.

Impiantato nel 2011, il vigneto si estende su una superficie di 5 ettari (6 in totale con la parte dedicata ai giardini) in cui si alternano tre tipologie diverse di suolo: alluvionale argillo-sabbioso, alluvionale argillo-limoso e marnoso arenaceo, ciascuna abbinata con accuratezza ad uno specifico vitigno coltivato. È in grado di produrre circa novemila bottiglie per anno. Le oltre 20.000 piante che si snodano lungo i filari ondulati del vigneto di Solomeo vengono curate ogni giorno con l’obiettivo ultimo di garantirne massima longevità e benessere. Una filosofia agricola “secondo natura” che mette in pratica la saggezza conservata nelle mani, unendola alla scienza della tecnica e alla sensibilità dell’animo umano. La scelta di disporre i filari seguendo un disegno a onda rende il vigneto simile ad un “giardino” che necessita di una periodica e specifica manutenzione manuale e permette alle piante, grazie alla loro esposizione, di ricevere la massima quantità di luce favorendo l’arieggiamento. Inoltre, un ruolo di grande importanza è svolto dalle operazioni di selezione e diradamento dei grappoli sin dalle prime fasi fenologiche.

Brunello Cucinelli presenta il suo vino “Castello di Solomeo”: “Nasce dalla nostra terra e da un lavoro di grande attenzione e passione”
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione