Undici medici dell’ospedale Cannizzaro di Catania sono indagati per la morte di una neonata avvenuta lo scorso 11 agosto. Dopo alcune analisi, la bimba, nata prematura, era risultata positiva a diversi batteri. Il procedimento penale è stato avviato a seguito di un esposto presentato dalla mamma e dal papà della neonata che chiesto di far luce sulla vicenda. La Procura della Repubblica di Catania ha disposto l’autopsia sul corpo della bimba, che dovrà essere riesumata dal cimitero di Acireale, dov’è sepolta: l’incarico sarà affidato ad un medico legale il prossimo 7 novembre.

La madre, 29 anni, lo scorso 16 luglio si era recata con il marito al pronto soccorso ostetrico del Cannizzaro, a causa di un distacco della placenta. Essendo giunta oltre il settimo mese – un periodo di gestazione che garantisce almeno l’80% di sopravvivenza ai bambini prematuri – i medici del reparto di Neonatologia decisero di anticipare il parto: nella stessa giornata sottoposero la donna ad un cesareo. L’intervento andò bene: la bimba era sana, pesava un chilo e 316 grammi.

Stando al racconto dei genitori, ad una decina di giorni dalla nascita, una dottoressa del reparto comunicò alla coppia il sospetto di una infezione contratta dalla bambina. Alcuni giorni dopo, arrivò la conferma: la neonata risultava positiva al batterio Serratia Marcescens. Da quel momento i genitori non la videro più fino al 10 agosto, il giorno prima del decesso. Nello stesso giorno i genitori firmarono un’autorizzazione che consentì ai medici di somministrare alla neonata un antibiotico che avrebbe potuto causarle effetti collaterali in quanto consigliato per i bambini dai sei anni in su.

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