Il passare del tempo non attenua niente e rimane in me un profondo senso di delusione perché il ragionamento dei giudici non coincide con l’esito del processo”. A dirlo al Corriere della sera è Stephanie Kercher, sorella di Meredith che fu uccisa a Perugia la sere del primo novembre 2007. “La sentenza di condanna di Guede diceva che lui era coinvolto nell’omicidio assieme ad altri ma dove sono gli altri? Nella conclusione di questo processo io vedo molte domande senza risposte”, ha dichiarato.

E su l’incontro di Amanda Konx e Raffaele Sollecito in Italia, Stephanie Kercher ha commentato: “Diciamo che avrei apprezzato di più se per il 15esimo anniversario della morte di Mez l’attenzione dei media si fosse concentrata sul ricordo di lei”. Quando ricorda Meredith, Stephanie ha detto di ripeansare al “suo sorriso: una cosa memorabile. Ed è contagioso quando guardo le sue fotografie”. Mez, ha continuato, “era molto divertente, intelligente e premurosa con gli amici e con la famiglia, specialmente con mia madre. Se chiudo gli occhi posso ancora vederla, sentirla… Il vuoto che ha lasciato non potrà mai essere colmato. Il dolore rimane anche se passa il tempo. Ci sarà sempre posto per lei nei miei pensieri e nel mio cuore”. E ha concluso: “La durata stessa del processo è stata una ferita che ha reso più difficile elaborare il lutto. Assistere alle udienze è stata ogni volta una sofferenza, e soprattutto per i miei genitori è stata durissima”.

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