Il Ministro della sanità tedesco Karl Lauterbach (Spd) ha presentato al Consiglio dei ministri i punti cardine del progetto di legalizzazione della cannabis a fini ricreativi in Germania incassandone l’approvazione. Mercoledì li ha illustrati anche alla stampa specificando che lo scopo è di raggiungere una maggiore salvaguardia della salute e tutela dei minori, riducendone i consumi e il traffico illegale. L’Unione europea dovrà ancora confermare la compatibilità di una legalizzazione con l’attuazione dell’accordo di Schengen e solo dopo ci potrà essere un testo legislativo completo. Ma il ministro spera che l’esperienza tedesca potrà essere d’esempio per regolare la materia a livello europeo. L’impiego della marijuana per scopi terapeutici e la produzione per fini medici sono invece già autorizzati in Germania dal 2016.

Punto cardine del disegno presentato da Lauterbach è che la cannabis e la sua sostanza attiva, il tetraidrocannabinolo (THC), non vengano più considerati un anestetico. L’acquisto e il possesso per consumo personale da 20 fino a 30 grammi resteranno impuniti. Non è previsto un tetto al contenuto di THC per non complicare i controlli e al contempo non spingere i consumatori ad approvvigionarsi sul mercato nero. Alla luce dei rischi cerebrali connessi all’uso continuato dei cannabinoidi, si ipotizza che possa essere previsto un tetto alla percentuale di THC nella sostanza cedibile ad acquirenti sotto i 21 anni. A titolo indicativo, attualmente la cannabis per uso medico prodotta in Europa può avere una percentuale di THC tra il 14% e il 20%, mentre negli Usa ed in Canada ci sono regole meno stringenti.

Permesse inoltre la coltivazione fino a tre piante femminili in fiore per persona maggiorenne per uso privato e la vendita, in quantità limitate, ad adulti in negozi specializzati dotati di licenza. Questi non sorgeranno vicino a scuole o asili. Se l’interesse alle licenze dovesse rivelarsi troppo basso rispetto alle necessità, è ipotizzabile anche la distribuzione attraverso le farmacie. La vendita senza licenza resterebbe invece punibile. Ammessi i prodotti da fumare, inalare o assumere in forma di pillole, spray o gocce. Vietate però la vendita per corrispondenza e la pubblicità. Proibiti, per non attrarre al consumo i minori, tutti i prodotti commestibili, come biscotti o dolci, contenenti la cannabis.

In fatto di tassazione, oltre all’Iva sulle vendite ci sarà anche un’accisa specifica per la cannabis. Il traguardo è di non rendere attrattivo il consumo con un prezzo dell’offerta che resti abbastanza elevato, ma al contempo non sia eccessivo da far sfuggire i consumatori verso il mercato nero. Allo scopo di disincentivare il consumo, saranno estese e ampliate le offerte di educazione, prevenzione, consulenza e trattamento. Parallelamente saranno raccolti e analizzati i dati sulla liberalizzazione della cannabis, così da poter valutare ed eventualmente aggiornare le regole dopo quattro anni, soprattutto nell’ottica di tutela della salute, salvaguardia dei giovani e anche di sicurezza stradale. Per quest’ultima, infatti, si dovrebbe stabilire, al pari del consumo di alcol, una soglia massima di Thc consentita per potersi mettere alla guida.

Lauterbach nell’ambito della sua formazione medica ha provato in prima persona gli effetti della sostanza stupefacente, anche se ha specificato di averlo fatto senza mai porre a rischio la propria salute, e finora era contrario a qualsiasi legalizzazione. Ha evidenziato che l’uso abituale della marijuana può provocare lesioni cerebrali, psicosi e depressioni. Il suo progetto di ammetterne il consumo e la vendita a fini creativi segna una svolta radicale che tiene conto della diffusione dei consumi e della necessità di contenerli e reagisce al fatto che il mercato illegale è caratterizzato anche dalla diffusione di cannabinoidi sintetici fabbricati in stabilimenti chimici in Cina o Pakistan.

Secondo alcuni dati diffusi a novembre 2021 il settimanale Focus il 46,4% dei tedeschi tra i 18 ed i 25 anni ha provato la marjuana (per Lauterbach la cifra si abbassa al 25%), mentre in tutto il Paese i consumatori abituali vengono stimati attorno ai 4 milioni. Il ministro della Salute non si addentra in previsioni sulla creazione di locali dedicati al consumo, pur non escludendo a priori la realizzazione di “cannabis social club” come in Spagna. Vista la facilità di accesso alla marijuana già esistente, non prevede nasca neppure un turismo per il consumo di cannabinoidi in Germania, ma se questo dovesse accadere la vendita potrebbe essere legata alla residenza nel Paese.

Il Governo del Land Baviera ha espresso forti critiche, il Ministro della sanità bavarese Klaus Holetschek (CSU) ha dichiarato alla Augsburger Allgemeinen che “i progetti di legalizzazione del Governo federale costituiscono non solo per la Germania, ma anche per tutta Europa, un segnale pericoloso”, il consumo di cannabinoidi comporta “rischi essenziali e in parte irreversibili alla salute e alla società”.

Il progetto tedesco, visto il lungo iter legislativo, potrebbe entrare in vigore nel 2024. Il produttore tedesco Sanity Group GmbH, secondo quanto riportato dall’Handelsblatt, in previsione di un’espansione del giro di affari ha già raccolto una partecipazione di 37,6 milioni di euro dal gruppo British American Tobacco.

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