Un pavimento su cui ha camminato San Nicola in persona – la cui figura è oggetto di una venerazione che supera i confini di lingua, nazionalità e perfino di culto – è stato riportato alla luce, secondo quanto annunciato da Osman Eravsar, capo del consiglio regionale per la conservazione del patrimonio culturale di Antalya, in Turchia. Gli archeologi hanno scoperto la pavimentazione appartenente a un’antica chiesa che avrebbe ospitato la prima sepoltura del santo. Nicola, vissuto tra il 270 e il 343 d.C., è famoso soprattutto per la sua generosità, che lo ha portato ad essere un punto di riferimento della cristianità tanto cattolica quanto ortodossa, fino a entrare a far parte del folklore come presunto ispiratore della leggenda di Babbo Natale I risultati della ricerca avvalorano l’idea che San Nicola visse e morì in Turchia, e il team di ricerca è anche convinto che il pavimento – trovato nascosto sotto strati di sedimenti – sia stato calpestato dal santo stesso.

I resti scoperti appartengono a un’antica chiesa, sopra la quale ne fu costruita un’altra per proteggere la tomba. Quest’ultimo edificio fu luogo di culto dei cristiani ortodossi ed è decorata da immagini di San Nicola. Alcune indicazioni della presenza della prima chiesa erano state individuate già nel 2017 dai ricercatori attraverso sondaggi elettronici: il team aveva annunciato il ritrovamento e si era messo al lavoro per rimuovere con cura la pavimentazione della chiesa bizantina senza danneggiarla, accedendo così ai resti del primo luogo di culto. “La prima chiesa è stata sommersa dall’ascesa del Mar Mediterraneo e alcuni secoli dopo è stata costruita una nuova chiesa sopra. Ora abbiamo raggiunto i resti della prima chiesa e la piastrellatura su cui ha camminato San Nicola, che è stata portata alla luce”, ha riassunto Eravsar all’agenzia di stampa Demirören.

Si ritiene che Nicola, famoso per i suoi doni e la carità verso i poveri, sia nato nel centro cittadino di Patara, sulla costa della Licia, da genitori facoltosi morti in un’epidemia, che gli lasciarono una grande fortuna. Da devoto cristiano, ha venduto tutti i suoi beni terreni per aiutare i poveri. È poi divenuto vescovo di Myra e successivamente imprigionato dall’imperatore romano Diocleziano, in un momento in cui i cristiani erano perseguitati. Le vicende dei suoi resti sono state a lungo dibattute. Alcuni ricercatori ritengono possibile, appunto, che al momento della sua morte, San Nicola sia stato sepolto nella chiesa i cui resti sono stati scoperti. Per molti, invece, nel 1087 le ossa del santo sarebbero poi state portate nella città italiana di Bari, di cui è patrono. Tuttavia, c’è chi ritiene che le ossa traslate non fossero quelle del santo o che comunque non riposino – o comunque non tutte – a Bari.

di Gianmarco Pondrano Altavilla

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